Piccola città
Claudio Cugusi
Storia minima quartese, che vale anche per le aree desolate di Cagliari e dell'hinterland. Un anno fa qualche ladruncolo mai scoperto ha abbandonato in una piccola strada buia, un vicolo di periferia sulla quale si affacciano quattro condomìni, una vecchia Fiat Uno verde. Sportelli aperti, cavi dell'accensione collegati: quest'auto è stata rubata chissà dove e lasciata lì, di certo quand'è finita la benzina. Decine di telefonate alle forze dell'ordine sono partite ma tutte senza esito: divise e pattuglie non ne ha visto nessuno. Pian piano, nel giro di pochi mesi, come in un bellissimo film di Kusturica, l'utilitaria è stata spogliata di tutto. Via le targhe, via il parabrezza, via i fari. Ogni giorno un vetro rotto, una scritta spray su uno sportello, un sedile sfondato. E tutto davanti agli occhi di tutti, impassibili. Stomacati da tanta incuria ma senza la forza di reagire. Ora che della Uno è rimasta giusto la carcassa, qualche anima pia si preoccuperà di rimuoverla e di restituire una vista normale, non da sfasciacarrozze, a chi si affaccia alla finestra? Il fatto è che questo è un argomento minimo, davanti alla quantità di problemi sociali che l'area metropolitana sta accumulando. Però la qualità della nostra vita e delle nostre città dipende anche da queste minime cose: dalle auto abbandonate, dai giardini pubblici e dai campi sportivi devastati dai vandali, dalle strade buie e gonfie di pozzanghere. E chi se ne fa carico riceve un applauso silenzioso da parte dei cittadini. * Giornalista