Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Indagini su Tuvixeddu? Ricatti contro il Comune di politici arroganti»

Fonte: La Nuova Sardegna
28 gennaio 2010

GIOVEDÌ, 28 GENNAIO 2010

Pagina 1 - Cagliari




«Le verifiche della Forestale? Incursioni per cercare reati e gettare discredito sulla giunta Floris»

MAURO LISSIA

CAGLIARI. Le verifiche compiute a Tuvixeddu dal Corpo forestale? «Incursioni» ordinate dall’amministrazione Soru «per cercare illeciti e reati, per gettare discredito e occasioni di ricatto, se non altro politico, nei confronti dell’amministrazione comunale». L’inchiesta giudiziaria sui lavori del parco archeologico? «E’ nata a seguito della battaglia politica accesa dalla passata giunta regionale sarda» e ci si augura che «la conclusione dell’iter processuale sia più ragionevole di quanto succede spesso in Italia». L’iniziativa della Procura infatti trarrebbe origine dalla volontà della giunta Soru «di colpire duramente l’amministrazione comunale, rea di procedere con coerenza nell’accordo di programma sottoscritto dalla Regione stessa, Comune e privati nel 2000». L’accusa di aver realizzato nel parco archeologico opere «parzialmente difformi» avanzata dal pubblico ministero Daniele Caria? «E’ stata formulata trascurando il fatto che in base alle norme l’autorizzazione paesaggistica va rilasciata sul progetto definitivo». Sembrerebbe l’arringa di un avvocato in un ipotetico processo sul caso del colle punico minacciato dal cemento. Invece non è che la relazione allegata alla ‘perizia di completamento 2009’ elaborata dall’architetto milanese Livio De Carlo, lo stesso che ha curato la progettazione del parco archeologico all’interno del Pia - piano integrato d’area - Ca 17 per conto del Comune. La perizia è necessaria perchè l’amministrazione comunale ottenga il rinnovo delle autorizzazioni paesaggistiche decennali, arrivate alla scadenza. Ma al di là degli aspetti tecnici, l’architetto De Carlo sembra sposare in 75 pagine di testo veemente la vecchia tesi usata da chi vuole trasformare l’area attorno alla necropoli punico-romana in un quartiere di lusso: prima era una «derelict land, una vasta area dismessa e occupata abusivamente da diverse famiglie e nuclei di sbandati». Area persino difficile da esplorare per la presenza di «famiglie e nuclei di sbandati» affiancati da «branchi di cani randagi» e dall’immancabile immondizia. Poi, grazie all’intervento progettato e in parte realizzato dal Comune - e in altra parte fermato dalla Procura con sequestro giudiziario - il Pantx, come viene chiamato secondo le mode europee il parco urbano, diventerebbe uno spazio pubblico aperto ai cittadini, alle attività sportive e alle visite. Il contrario di quanto chiedono «i soliti detrattori stolti» insieme agli ecologisti, gli intellettuali «oculista in testa» - il riferimento sprezzante è per il medico-scrittore Giorgio Todde - e l’attuale direttore regionale dei beni culturali Elio Garzillo: «Una specie di arido e cupo cimitero inospitale e chiuso ai cittadini, come sbraitavano alcuni membri della giunta Soru».
Se appare chiaro come l’idea dell’architetto lombardo sia di fare dell’area sepolcrale storica uno spazio ricreativo e gioioso, dove portare a spasso bambini e cani - le panchine e il laghetto artificiale con le anatre, è scritto nella relazione, sono stati eliminati dal progetto su richiesta di Garzillo e dell’opinione di alcuni politici del centrosinistra «presuntuosi e arroganti» - De Carlo smentisce seccamente chi teme la distruzione di tombe monumentali e reperti: «A differenza di quanto scritto sui giornali negli ultimi anni e affermato da politici e attivisti senza scrupoli, le porzioni dove sono presenti e dove sono state ritrovate le antiche sepolture sono ben note ai funzionari della soprintendenza, che conoscono Tuvixeddu da decenni». Nella sua adesione entusiasta alle scelte dei propri committenti, De Carlo dimentica le immagini scattate dall’alto, dove alcune sepolture puniche risultano all’esterno dell’area circoscritta coi muraglioni abusivi, quelli sequestrati dalla Procura. Forse ignora anche le comunicazioni formali della Sovrintendenza archeologica, in cui viene ammessa e certificata la scoperta di centinaia di sepolcri dopo la firma dell’accordo di programma.
Ma la relazione di De Carlo, al di là del fastidio manifestato nei confronti delle sensibilità non allineate, contiene alcune proposte di modifica dell’area destinata al parco urbano che sembrano andare incontro alle indicazioni fornite l’altro ieri dalla giunta regionale guidata da Ugo Cappellacci. Alcune però sono dichiaratamente legate all’esito dell’inchiesta penale, che De Carlo si augura si chiuda senza imputati. L’architetto avrà le sue risposte e gli eventuali via libera agli interventi nel giro di settimane, quando si conoscerà il numero complessivo degli indagati - per ora sono quattro, tra cui un dirigente e un funzionario comunali - e si saprà se le responsabilità verranno estese alla sovrintendenza archeologica.