Comuni e Province aderiscono allo sciopero generale di venerdì 5
Saranno in piazza anche i consigli comunali e provinciali, a Cagliari, nel giorno dello sciopero generale proclamato in Sardegna da Cgil, Cisl e Uil. Le segreterie regionali dei sindacati hanno incontrato ieri i direttivi dell'Anci (l'Associazione dei Comuni) e dell'Ups (l'Unione delle Province) in vista dell'appuntamento di venerdì 5 febbraio, data della mobilitazione contro la crisi economica: i rappresentanti degli enti locali hanno confermato l'adesione all'iniziativa delle sigle confederali, e inviteranno i sindaci e i presidenti delle assemblee cittadine e provinciali a convocare i rispettivi consigli a Cagliari in occasione dello sciopero.
Una presenza che sarà anche simboleggiata dalle fasce tricolori e i gonfaloni dei vari enti, come annunciato già nei giorni scorsi dal presidente dell'Anci Sardegna Tore Cherchi. Un'adesione convinta che riflette una realtà evidente: nel momento in cui si fa più sentire la stretta della crisi, sono soprattutto i sindaci i primi destinatari delle proteste dei cittadini.
Il lavoro di preparazione della giornata del 5 febbraio, da parte dei vertici di Cgil, Cisl e Uil, prosegue questa mattina con l'incontro con le segreterie regionali dei partiti del centrosinistra. Alle 10, nella sede del Pd di via Emilia a Cagliari, i leader dei sindacati e delle forze politiche si confronteranno sulle rivendicazioni alla base dello sciopero generale.
Nel frattempo si moltiplicano le adesioni alla mobilitazione: al corteo, che attraverserà il capoluogo regionale per concludersi in piazza Yenne, parteciperanno anche i rappresentanti delle comunità di stranieri immigrati in Sardegna (anche loro ieri hanno incontrato i sindacati), oltre a quelli dei sardi emigrati nella penisola o all'estero. Confermata anche la presenza di altre organizzazioni dei lavoratori, come l'Ugl e la Css (Confederazione sindacale sarda).
Le difficoltà dell'industria nell'Isola avranno, naturalmente, un posto di primo piano al centro delle richieste collegate allo sciopero generale. Ieri la segreteria regionale della Cisl ha diffuso una nota per ricordare che, negli ultimi anni, il settore industriale sardo ha perso quasi 20mila posti di lavoro, passando da 113mila occupati a 94mila nel quinquennio 2004-2009. Si tratta dunque di una crisi «non congiunturale», osserva il leader Cisl Mario Medde: «È indispensabile pertanto un programma pluriennale di sviluppo per le attività produttive», e «la predisposizione tra Stato e Regione di un accordo di programma quadro che individui risorse, strumenti, soggetti imprenditoriali e misure di intervento per promuovere una nuova fase di crescita economica».
28/01/2010