Pirri. La cooperativa sociale chiude il servizio dopo dieci anni di attività. Tagliati i fondi
Il coordinatore: «Ada Lai ha detto di non voler piùs entir parlare di centri di aggregazione»
Roberto Murgia roberto.murgia@epolis.sm ¦
Ultimo atto della Carovana. Un documentario con i ragazzi del quartiere Santa Teresa che hanno preso parte ai laboratori della coop alla Vetreria di Pirri. Adolescenti di un rione ghetto che hanno smesso di andare a scuola, e che, grazie alla cooperativa sociale coordinata da Claudio Zasso, hanno imparato a fare progetti, ad avere speranze e ambizioni. A fare film, persino. Venti minuti in giro per la Municipalità, a contatto col preside della scuola media, col comandante dei carabinieri, col parroco della chiesa, con la bibliotecaria: interviste su quello che c'è a Pirri e su quello che manca, sui danni annuali dell'alluvione, e su cosa farebbero gli interpellati se avessero una bacchetta magica, o se fossero tutti sindaci: i ragazzi della Carovana hanno senso civico. E non si buttano giù, ridono e scherzano per tutta la durata di “Pirrinciulendi” (Le Twin Towers a Terramaini), neanche sapendo che domenica prossima la cooperativa sarà costretta ad abbandonarli ufficialmente. Forse pensano di aver incamerato le risorse per cavarsela e magari hanno pure ragione. Di certo, dal primo febbraio dovranno fare tutto da soli. A giugno dello scorso anno il Comune ha deciso di tagliare i fondi. E di molto: da 4.500 euro al mese circa, a cinquemila ogni sei mesi. «La dirigente d'area Ada Lai ha detto solo di non voler più sentir parlare di centri di aggregazione - racconta Zasso - Quando a Pirri le mamme dei nostri ragazzi hanno raccolto 700 firme e hanno chiesto un incontro con l'assessore alle Politiche sociali, Anselmo Piras, lui, che ha partecipato, ha cercato di screditare la cooperativa in tutti i modi, ha messo in dubbio la nostra professionalità e ha definito inutile il servizio offerto da noi». Tra quelli che Claudio Zasso non ringrazia dopo dieci anni di lavoro con la coop, c'è anche il gestore della Vetreria: «Andrea Campurra ci ha messo i bastoni tra le ruote in continuazione. Non ha mai visto di buon occhio la vivacità dei ragazzi». Alla base di tutto, però, c'è il taglio dei fondi. «Con cinquemila euro ogni sei mesi avremmo dovuto pagare tre dipendenti regolarmente assunti, affrontare le altre spese». E far pagare il servizio agli utenti. Non se la sono sentita. ¦