Il penalista Luigi Concas è favorevole: «Figura di primo piano». L'ex rettore Mistretta: «Per ora no»
Ex politici e uomini di cultura divisi sull'iniziativa del socialista Perra
Dalla galassia ex socialista arriva un entusiasta via libera: «Vengano riconosciuti gli innegabili meriti del nostro storico leader».
Parlare di Bettino Craxi e della possibilità di intitolargli una via o una piazza cittadina crea lo stesso effetto del sale cosparso su una ferita ancora non rimarginata. Le divisioni nel mondo della politica e della cultura cagliaritana sono quasi niente, al confronto della levata di scudi che si registra nell'opinione pubblica, tanto che la proposta del consigliere socialista Mondo Perra sembra avere ridotte possibilità di andare in porto.
«Forse perché è passato troppo poco tempo - sentenzia Pasquale Mistretta , per 18 anni rettore dell'Università di Cagliari e in passato dirigente del Psi cittadino - dobbiamo dare il tempo alla generazione dei nostri figli, e forse anche dei nostri nipoti, di fare un'analisi più distaccata. A mio avviso l'ex presidente del Consiglio verrà rivalutato quando ci si renderà conto che l'Italia degli anni '70 e '80 è cresciuta tanto anche grazie a figure come la sua e come quelle di Moro e Andreotti. Non entro negli aspetti giuridici, perché rispetto le sentenze. Se devo esprimere un'opinione oggi, direi che sono contrario all'intitolazione di una via e di una piazza alla sua memoria».
Per Luigi Concas , docente universitario, penalista ed ex consigliere comunale, «in passato si sono intestati spazi a personalità di rilievo certamente inferiore. Craxi aveva aspetti negativi e positivi, come tutti noi. Ma non si può negare che sia stato un politico di alto livello, un uomo di governo con molti meriti». Ma il suo status di condannato e latitante non è incompatibile con una simile onorificenza? «Assolutamente», conclude Concas, «ai miei occhi ha avuto anche il merito di dire ad alta voce come stavano veramente le cose».
Ma dalla politica arrivano anche sonore bocciature: «Come tunisino non nego di aver a lungo guardato a Craxi, vero amico del mio popolo, con simpatia - dice il consigliere regionale (e comunale) comunista Radhouan Ben Amara - ma non posso nemmeno scordare la lezione di Berlinguer a proposito della questione morale. Credo che l'ultima stagione del leader socialista sia stato quanto più di negativo possa essere offerto dalla politica, per questo non può essergli intitolata né una via né una piazza».
Diametralmente opposto il giudizio del senatore del Pdl Piergiorgio Massidda : «Condivido l'opinione di Francesco Cesare Casula, per un approccio di tipo storico alla questione - dice il parlamentare - Craxi è una figura meritevole di essere ricordata, le pulsioni ideologiche dovrebbero passare in secondo piano. Su di lui serve un giudizio complessivo». Secondo il senatore, anche altri personaggi del passato («Bogino, Carlo Felice, Colombo, Bixio, Togliatti») sono stati controversi: «Eppure nessuno si sogna di metterne in dubbio la presenza sulle targhe delle nostre vie cittadine».
Nettamente contrario è anche il consigliere regionale e comunale di Sinistra e libertà Massimo Zedda : «Non sono d'accordo perché mi sembrerebbero più adatto un dibattito politico sulla fine della Prima Repubblica e sulla figura di Craxi - dice - non servono forzature né scelte affrettate. Non è con una piazza che si possono sanare certe ferite. Gli uomini politici devono mostrare serietà nei comportamenti. E a questo proposito l'ex premier socialista non può essere preso a modello».
Nella galassia socialista si guarda con favore alla proposta. Raffaele Farigu è segretario di Sardegna socialista-Nuovo Psi: «È giunta l'ora nella quale debbono essere messi da parte gli antagonismi sterili - sostiene - rifugiarsi negli errori di Craxi e in quelli dell'intero sistema politico è infantile e deleterio, significherebbe perdere di vista la politica». Per l'ex sindaco Roberto Dal Cortivo «è stato uno statista di livello, un riformista e un innovatore. Dedicargli una via sarebbe utile se servisse a spezzare il clima d'odio e a riportare serenità nel dibattito. Occorre comprendere al meglio il periodo storico nel quale si sono svolte le vicende che hanno riguardato Craxi e giudicarle con più distacco». Pippo Lubelli , è stato vicesindaco negli anni '80: «Trovo fuori luogo le affermazioni di odio rivolte a un cadavere - dice - certi onori sono stati riservati a persone peggiori e meno importanti di lui. La storia non va fatta con le vendette ma con il riconoscimento di meriti e demeriti di amici e avversari». ( a. mur. )
27/01/2010