Il Comune non potrà più rilasciare autorizzazioni paesaggistiche, che da ora in poi dovranno essere richieste solo alla Regione «con un aggravio di incombenze procedurali e un allungamento dei tempi di istruzione». Lo denuncia, con una interrogazione urgente all'assessore all'Urbanistica Gianni Campus, il presidente della commissione urbanistica Massimiliano Tavolacci.
L'esponente dell'Udc rileva che un decreto legislativo del 2004 (il numero 42) ha stabilito che i comuni delegati all'esercizio della funzione autorizzatoria dovessero disporre di strutture dotate di un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche e garantire la differenziazione tra tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni in materia urbanistico-edilizia. Una delibera della Giunta regionale del luglio 2009 - aggiunge Tavolacci - ha stabilito i criteri per verificare i requisiti di organizzazione e di competenza. Ma «evidentemente il Comune non ha fatto ciò che doveva fare visto che il 31 dicembre 2009 la Regione ha pubblicato l'elenco dei 90 Comuni che hanno ottenuto la delega a esercitare la funzione autorizzatoria in materia di paesaggio e tra questi non compare Cagliari». Da qui lo stupore di Tavolacci e l'interrogazione all'assessore perché spieghi al Consiglio come mai il Comune ha perso la delega e perché gli uffici comunali non siano in possesso dei requisiti stabiliti dal decreto legislativo e perché dica quali saranno, da ora in poi, le incombenze che ricadranno sui cittadini. (f.ma.)
LA CHIESA DI SANTA CATERINA
La chiesa di Santa Caterina dei Genovesi (nella foto), a cui potrebbero appartenere i resti marmorei abbandonati nella ex cava di Monte Urpinu, fu edificata agli inizi del XVII secolo e fu distrutta dai bombardamenti del '43. Si trovava nella parte alta di via Manno (accanto all'attuale “Zara”) non distante dalla Chiesa di Sant'Antonio. Tanto che la strada fu divisa in due tratti e chiamata di Sant'Antonio e di Santa Caterina. Ma tutti la conoscevano come “Sa Costa”.
NEL '57 SPARISCE IL MERCATO VECCHIO
Nel 1957, non senza polemiche, venne demolito il Mercato del Largo per far posto alla Banca d'Italia e alla Bnl. Era stato inaugurato nel 1886 su progetto dell'ingegnere capo del Comune, Enrico Melis, ed era composto da due edifici separati da una strada, l'attuale via Mercato Vecchio. Nel primo edificio (nella foto) dall'estetica moderna e con una copertura vetrata che permetteva l'ingresso della luce, si vendevano carni bovine e frutta e verdura.
27/01/2010