In arrivo un decreto che attua le disposizioni della Finanziaria 2007: l'aliquota può superare il 20%
Salgono i contributi previdenziali. Nel 2010 le aliquote diventano più salate per gli artigiani, i commercianti e i lavoratori parasubordinati. L'aumento arriva con un decreto che attua una disposizione della Finanziaria 2007.
Puntuale come ogni inizio d'anno è stato pubblicato un nuovo decreto sull'aumento dei contributi previdenziali: aumento che per il 2010 inciderà in particolar modo su artigiani, commercianti, dipendenti e parasubordinati. L'aumento per il 2010 è dovuto non tanto alla perequazione automatica ma soprattutto alle disposizioni entrate in vigore con la legge finanziaria del 2007.
ARTIGIANI E COMMERCIANTI Con la legge 296/2006 (la legge finanziaria 2007) l'aliquota contributiva pensionistica dovuta dalle due maggiori categorie di lavoratori autonomi è stata aumentata al 20%. In pratica fin dal 2008 ha accelerato la parificazione del carico contributivo fino a raggiungere l'aliquota contributiva prevista per la generalità dei lavoratori. Per il 2010 gli artigiani dovranno applicare il 20% sul reddito d'impresa sino a 42.364,00 euro e il 21% sulla quota di reddito compresa tra 42.364,00 e 70.607,00 euro che costituisce il massimale imponibile per il 2010. Ai commercianti invece spetterà versare un'aliquota leggermente superiore che, per il 2010, è maggiorata di uno 0,09% destinato al fondo per la razionalizzazione della rete commerciale. In pratica, dovranno applicare il 20,09% sul reddito sino a 42.364,00 euro e il 21,09% sulla quota compresa tra 42.364,00 e 70.607,00 euro. Sempre nel 2010 il minimale di reddito imponibile ai fini del calcolo della contribuzione da versare all'Inps salirà a 14.335,00 euro, per cui il contributo minimo dovuto dagli artigiani, comprensivo della quota di maternità ammonterà a 2.875,00 euro mentre quella dei commercianti sarà di 2.887,00 euro.
I LAVORATORI PARASUBORDINATI Fra tutti i lavoratori, i parasubordinati sono i più tartassati. Fin dal 2008 questa categoria ha subito un aumento contributivo di ben tre punti per cui l'aliquota contributiva, già aumentata di 5 punti dalla finanziaria 2007, nel 2010 raggiunge il traguardo del 26%. L'aumento contributivo colpisce sicuramente il settore più svantaggiato del mercato del lavoro. Questi lavoratori nell'arco di un quadriennio hanno subito un maggior prelievo di circa 9 punti che va ad incidere sui redditi decisamente modesti. Inoltre, con il riconoscimento del congedo parentale a questa categoria (che prevede un indennizzo pari al 30% dell'indennità di maternità, per tre mesi entro il primo anno del bambino) gli iscritti hanno subito una maggiorazione della aliquota contributiva dello 0,22% dovuto da quanti sono privi di un'altra copertura previdenziale o che non sono titolari di pensione. In altre parole, per il 2010 la gestione separata Inps sarà soggetta a questa contribuzione: il lavoratore non iscritto ad altro fondo obbligatorio pagherà un contributo del 26,72% di cui l'8,90% a suo carico e il 17,82% a carico del committente entro il massimale di 92.168,00 euro. Il lavoratore già iscritto ad altro fondo obbligatorio o titolare di pensione dovrà pagare un contributo del 17% di cui il 5,67% a suo carico entro il massimale di 92.148,00 euro.
LAVORATORI DIPENDENTI La quota a carico dei lavoratori dipendenti per il 2010 non subirà eccessive variazioni. L'aumento infatti è dovuto alla Finanziaria 2007 che aveva già disposto un innalzamento dell'aliquota di uno 0,30% destinato al fondo pensioni. Ecco perché per il 2010, l'aliquota invalidità, vecchiaia e superstiti dovuta all'Inps rimane fissata al 33%, di cui il 23,81% a carico dell'azienda e il 9,19% a carico del lavoratore. Da quest'anno la quota non subirà alcun aumento per il datore di lavoro mentre quella a carico del dipendente salirà dal 9,19% al 10,19% per la quota di retribuzione mensile eccedente i 3.530,00 euro.
27/01/2010