Stretta del governo sulle società quotate in borsa: emendamento alla legge comunitaria
ROMA Il Governo vara l'operazione «trasparenza totale» per passare ai raggi x i compensi dei manager delle società quotate. Dovranno essere comunicati pubblicamente non solo gli stipendi dei top manager, ma anche «la politica in materia di remunerazione», ovvero il modo in cui si arriva a costruire lo stipendio annuo di un amministratore delegato o un presidente: in altre parole qual è la parte fissa e quale variabile, come viene calcolata e a quali parametri viene indicizzata quella variabile (ad esempio le stock option), e se tali parametri sono a breve o lungo termine.
Non solo, cresce anche il peso dei soci nel processo decisionale: spetterà infatti all'assemblea degli azionisti l'ultima parola «nell'approvazione della politica di remunerazione».
Sono queste le principali novità contenute in un emendamento presentato dal Governo alla legge comunitaria, che andrà in discussione in Aula al Senato. Un emendamento che assegna al Governo stesso la delega per l'emanazione entro sei mesi di un decreto legislativo con il quale si recepiscono due diverse raccomandazioni della Commissione Ue, che a loro volta accolgono le indicazioni del Cesr (il comitato delle Autorità di Vigilanza dei 27 Paesi Ue, in cui la Consob italiana gioca un ruolo importante), per introdurle nell'ordinamento nazionale.
Già adesso il regolamento Consob prevede la pubblicazione di una relazione sulle remunerazioni dei top manager ed esiste un codice di autodisciplina in materia adottato praticamente da tutti i grandi gruppi nazionali. Con questo emendamento, oltre a diventare obbligatoria ai sensi di legge, la pubblicazione degli stipendi diventa però ancora più dettagliata.
Innanzitutto scende fino al livello dei «dirigenti con responsabilità strategiche», i cui compensi «a qualsiasi titolo e in qualsiasi forma» dovranno venire pubblicati nella relazione sulle remunerazioni, mentre finora venivano indicati a «livello aggregato». In secondo luogo, si chiedono maggiori dettagli e informazioni sul processo di formazione dei compensi, con l'indicazione ad esempio delle stock option assegnate ai dirigenti.
Allo stesso tempo, cresce il ruolo degli azionisti delle società quotate. Se finora era il Cda a decidere la politica di remunerazione, mentre i soci erano chiamati ad approvare o meno i compensi finali, adesso il decreto dovrà «stabilire il coinvolgimento dell'assemblea dei soci nell'approvazione della politica di remunerazione», come spiega l'emendamento stesso.
Tra i primi a commentare l'operazione «stipendi-trasparenti», l'amministratore delegato di Terna Flavio Cattaneo: «Lo stipendio giusto - dice il manager della società che gestisce l'energia elettrica - è sempre in funzione dei risultati aziendali. Il fatto che siano noti è corretto e noi a Terna già lo facciamo. E comunque la retribuzione è sempre commisurata a quello che il manager fa e ai risultati che porta».
27/01/2010