Nei negozi cagliaritani gli affari vanno meglio di quanto preventivato a inizio stagione

La proposta dei commercianti: prezzi scontati tutto l'anno

Viaggio tra le vetrine dei negozi del capoluogo. Negozianti soddisfatti dai saldi.
Piagnucolare, lamentarsi di come vanno o andranno gli affari è una caratteristica del Dna del commerciante cagliaritano. In questo periodo di saldi, nonostante i dati forniti da alcune associazioni, la tendenza sembra invertita. In pochi si lagnano, i più scontenti parlano di conferma dei numeri o di leggero calo delle vendite. Insomma, per il momento il bilancio, almeno nel capoluogo, ha segno positivo. Certo, sono finiti i tempi in cui i saldi corrispondevano all' apertura delle gabbie , con file interminabili fuori dai negozi sin dalle prime ore del mattino per accaparrassi il giubbotto più trend al prezzo più basso. Negli empori cagliaritani il flusso di clienti è ordinato: tengono sotto osservazione il capo per giorni, fanno incursioni di autoconvincimento e solo dopo che ogni dubbio è messo da parte mettono mano al portafogli.
SALDI IN ALTO Giovanni Pani, titolare di un negozio in via Sardegna, è soddisfatto di come stanno procedendo le vendite con i saldi. «Non mi posso lamentare, anzi. Ho venduto il 70 per cento del mio magazzino. I saldi un tempo servivano per smaltire le rimanenze, le taglie sbagliate o gli errori nelle ordinazioni. Oggi comprendono l'assortimento completo. Ecco perché il cliente li aspetta con ansia». Saldi sì, saldi no? «Per quel che mi riguarda dovrebbero liberalizzarli. Non vedo perché, se uno è in difficoltà economiche o non ha azzeccato l'ordinazione, non possa vendere la merce al prezzo che ritiene migliore. È il mercato che ti premia, non vincoli o restrizioni». Più cauto Pierluigi Mannino, con negozio in via Alghero. «I saldi sono in linea con l'anno scorso, non ci possiamo lamentare». Paolo Gulleri se la prende con i colleghi scorretti. «Basta con gli sms di offerte vantaggiose prima dell'inizio dei saldi. I tempi? Due mesi sono troppi. Riporterei questo tipo di vendita a un mese, e solo a fine stagione». C'è anche chi non pratica saldi. «I nostri prodotti non hanno grandi stravolgimenti da una stagione all'altra. Applichiamo sconti solo sugli articoli che dovranno essere eliminati dalle collezioni o sottoposti a restyling», afferma Riccardo Secchi, direttore di un esercizio di piazza Costituzione. Stefania Tiralongo dirige un esercizio in via Dante. «I primi giorni le vendite sono andate molto bene. Ora, come era facilmente prevedibile, assistiamo a una leggera flessione». Per la responsabile del negozio è cambiato il tipo e il modo di vendita. «Noi lavoriamo soprattutto di mattina e a inizio settimana. Sino a pochi anni fa il giorno top era il sabato». Suggerimenti? «È necessario rivedere gli orari di apertura, in relazione alle stagioni».
LE ASSOCIAZIONI Claudia Cannas è la presidente provinciale delle Federmoda di Confcommercio. Rappresenta circa 250 commercianti cagliaritani e gode di un ottimo strumento di valutazione. «I saldi stanno andando molto bene. Stiamo tenendo i numeri dell'anno scorso. E questo è un successo, visto il leggero decremento delle vendite registrato nei mesi scorsi». Saldi sì, saldi no? «Non abbiamo ancora un'idea univoca. Come Confcommercio riteniamo valido unificarli alle altre regioni d'Italia, anticipandoli al 2 gennaio anziché all'8». Nel resto dell'Isola, almeno secondo un'indagine di Confesercenti, le vendite con i saldi hanno segno negativo. «Dopo una stagione in generale difficile, le imprese del settore confidavano nei saldi considerati ormai come l'ultima occasione per recuperare una stagione ampiamente compromessa; ma così purtroppo non è stato. Anche quest'anno, nelle quattro province sarde, i dati dell'indagine confermano per le piccole strutture distributive del settore moda (abbigliamento, intimo e calzature) uno stato di sofferenza, evidenziando un trend di vendite negativo».
ANDREA ARTIZZU

23/01/2010