Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Chiediamo solo un posto dove poter pregare»

Fonte: L'Unione Sarda
25 gennaio 2010

Marina. Le richieste dei trecento componenti della comunità musulmana 



«L'unica cosa che a noi interessa, in fondo, è solo poter pregare». Sta tutto qui il senso della richiesta dei fedeli che si riuniscono nella moschea di via del Collegio nel quartiere della Marina, l'unica moschea cagliaritana che raccoglie circa trecento musulmani dalle provenienze geografiche più disparate.
LA POLEMICA Ogni venerdì i fedeli si riuniscono in preghiera tutti insieme, ma la moschea non è in grado di accogliere trecento persone, quindi c'è la necessità di sconfinare oltre le mura dell'edificio, con i tappeti disposti anche fino ai parcheggi. Questo è un problema non solo per la situazione di disagio in cui devono versare i musulmani nell'esercizio del loro culto, ma anche per le tensioni che inevitabilmente si sono venute a creare con il vicinato. «È capitato a volte di trovare delle macchine parcheggiate di fronte alla moschea proprio in orario di preghiera», racconta S. Hijazi, pizzaiolo palestinese da cinque anni in Sardegna. «A volte succede in buona fede, altre però viene fatto intenzionalmente. A noi dispiace: ci piacerebbe che la gente capisse che noi vogliamo solo poter pregare, una volta alla settimana per mezz'ora In fondo non è tanto».
L'ISTANZA Da qui parte una richiesta rivolta al Comune: «Dateci un posto più grande dove poterci riunire e pregare. Oppure dateci una mano. A noi sta benissimo che vengano fatti i controlli, siamo noi i primi a farli al nostro interno perché non vogliamo che un delinquente possa arrecare danno a tutti quanti, ma ci dispiace che oltre i controlli non ci venga mai chiesto anche se abbiamo bisogno di una mano». Il locale alla Marina è in affitto e viene pagato con le offerte dei fedeli. È aperto tutto il giorno per accogliere i musulmani nei cinque momenti di preghiera della giornata. Subito a destra dell'ingresso c'è il lavatoio (ci si lava mani e viso prima della preghiera), sulla sinistra invece ci sono gli scaffali per lasciare le scarpe prima di entrare nella prima delle tre sale principali.
EMERGENZA Durante la giornata c'è poca gente perché tutti lavorano. Di notte si arriva anche fino a trenta, quaranta persone. «Ma in nessuno di questi momenti ci sono disagi o problemi con l'esterno: solo il venerdì quando ci riuniamo tutti insieme e dentro non ci stiamo». Si viene anche a sapere che in moschea c'è una regola ferrea: «Non si parla mai di politica, di lavoro o di problemi con i permessi di soggiorno. La moschea per noi è solo un luogo di preghiera».
ANDREA TRAMONTE

24/01/2010