Servitù militari. Il sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga ha incontrato Cappellacci e i sindaci sardi
Esclusa l'ipotesi di costruire centrali nucleari nei poligoni. «Mai usato uranio impoverito»
Ennio Neri cagliari@ilsardegnablu.it ¦
Le servitù militari in città e nell'Isola saranno ridotte. Ma non succederà prima di 15-20 anni. Invita alla calma il sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga, in visita a Cagliari. La fretta di creare sviluppo economico nell'Isola col riutilizzo delle servitù militari, frena davanti all' “interesse nazionale”. Cossiga chiarisce poi che nessun poligono sardo ospiterà centrali nucleari, smentisce qualsiasi utilizzo di uranio impoverito in Sardegna, invitando a concentrare gli sforzi di ricerca sulle nanoparticelle che causano le malattie, manifestando la disponibilità ai monitoraggi nei poligoni. Un flash anche sugli stabilimenti balneari con le stellette: da molti considerato un odioso privilegio, saranno presto aperti alla cittadinanza.
LA GIORNATA SARDA del sottosegretario alla Difesa comincia con un faccia a faccia con il presidente della Regione Ugo Cappellacci, nel corso del quale Cossiga ha valutato positivamente l'operato del Governatore, come interlocutore nell'ambito del tavolo Stato-Regione aperto a luglio. In tarda mattinata l'incontro coi sindaci che governano i territori dei poligoni. «Stiamo lavorando con i sindaci per focalizzare l’attenzione su quali azioni il ministero della Difesa può e deve mettere in atto per alleviare quello che è un peso, questo non lo possiamo negare. La Sardegna è gravata da un peso importante: ma questo peso è un interesse nazionale. L'obbiettivo», ha aggiunto, «è quello di liberare la Sardegna da questo peso, ma bisogna farlo e dirlo in tempi ragionevoli. L’impatto deve essere diminuito, ma l’interesse nazionale non potrà essere risolto in un periodo breve. «Noi sappiamo che non potremo dire “veniamo via in 10 anni”», ha ammesso il sottosegretario, «dovremo porre le condizioni per una riorganizzazione dei poligoni in Sardegna in un tempo ragionevole, ma che non potrà essere inferiore prevedibilmente ai 15-20 anni». E poi i dati. La Sardegna usufruisce del 60% delle risorse per le servitù militari. Nell’ultimo quinquennio sono stati stanziati poco più di 15 milioni (dai 5 del quinquiennio precedente) la percentuale per i comuni della Sardegna che ospitano poligoni passerà dal 60 al 68 %. Dopo aver escluso l'ipotesi di costruzione di centrali nucleari all'interno dei poligoni Cossiga si è soffermato sulle polemiche legate all'uranio impoverito. «Escludiamo l'uso di uranio impoverito in Sardegna», ha spiegato, «ma non è l'uranio il problema. La causa delle malattie sono le nanoparticelle, su cui fino a 15 anni fa non esistevano studi oggettivi. E’ interesse della Difesa capire il perchè delle malattie. Stiamo parlando di cittadini che hanno scelto diservire lo Stato in armi e che hanno contratto malattia: io non voglio discutere su di chi sia la colpa, il problema è chequalcuno si è ammalato e bisogna capire il perchè». ¦
Il filo spinato circonda la città «Grosso impatto da ridurre»
Mancano all'appello l'ospedale militare e la Ederle
Tante le aree cittadine ancora circondate dal filo spinato. 1. Le servitù. Mancano all'appello i magazzini dell'areonautica di viale Sant'Avendrace, lo stabilimento Gioda e Martinazzo di via Nuoro e la caserma Ederle, l'ospedale militare di via Azuni, l'ex panificio militare di viale Buoncammino e i magazzini di viale San Vincenzo. 2. Il sottosegretario Cossiga. «La Sardegna è gravata da un peso importante: ma questo peso è un interesse nazionale. L’impatto deve essere diminuito, ma non in un periodo breve».
Il Comune bussa alla Regione parco e alberghi a Calamosca
«Aree strategiche» ¦
¦ Parco e alberghi a Calamosca e Monte Urpinu collegato col sistema ambientale Molentargius-Poetto. Dopo il passaggio dal Demanio alla Regione, il Comune busserà dalle parti di viale Trento per rivendicare aree preziose per lo sviluppo cittadino. «Ne stiamo già parlando», ha dichiarato il sindaco Emilio Floris, «non potremo fare l'asso pigliatutto, ma ci sono molte strutture di interesse strategico per il loro carattere culturale sociale ed economico ». Già in mano alla Regione il deposito carburanti di Monte Urpinu e l’ex poligono di tiro in viale Calamosca. Portano ancora le stellette siti come l'ospedale militare di via Azuni, l'ex panificio militare di viale Buoncammino. Per la dismissione la Difesa chiede nuove strutture da sistemare (attraverso la costruzioni di alloggi e uffici) nella caserma Mereu di San Bartolomeo. Serviranno circa 60 milioni di euro.