il comune Perso finanziamento di 3,6 milioni
«Davvero sono state occupate le grotte? Davvero le tombe e l'area attigua sono abbandonati? Avvertirò i colleghi del servizio patrimonio perché riblocchino gli accessi». Paolo Zoccheddu, capo area gestione del territorio del Comune, non sapeva. E garantisce un intervento dell'amministrazione.
Sapeva, però un'altra cosa: che il Comune aveva in mano un progetto esecutivo, un finanziamento di tre milioni e 600 mila euro e le autorizzazioni di Regione e sovrintendenza archeologica per ristrutturare il villino Serra e l'area attigua, comprese le tombe che si trovano in pratica nel giardino del villino.
PIANO BLOCCATO Il piano, finanziato nell'ambito del Por 2001-2006, aveva bisogno solo dell'ultimo via libera quando, nel 2006, venne bloccato da Elisabetta Pilia, assessore ai Beni culturali della Giunta Soru. «Il restauro del villino faceva parte di un progetto più vasto di ampliamento del parco di Tuvixeddu che avremmo dovuto estendere proprio sul versante di viale Sant'Avendrace realizzando anche alcuni nuovi ingressi».
CESSIONE AL COMUNE «Il terreno dove sorge», aggiunge Zoccheddu, «ci è stato ceduto nell'ambito di un accordo di programma con un'impresa di costruzioni che ne era proprietaria. Avrebbero dovuto realizzare un palazzo, noi chiedemmo di cederci le volumetrie, trasferendogliele altrove, in cambio della proprietà dell'area e del rudere del villino».
FONDI PERSI «Ma il progetto», aggiunge l'ingegnere, «è rimasto bloccato alla Regione, che non ci ha mai dato nessun riscontro nonostante le nostre sollecitazioni, e a fine 2008, visto che non avevamo ancora speso i soldi, la comunità europea si è ripresa il finanziamento».
IL RUOLO DI COIMPRESA La progettazione esecutiva del restauro della casa e dell'ampliamento del parco è stata realizzata da Coimpresa. «Lo abbiamo fatto gratuitamente perché ci sembrava opportuno che dell'estensione si occupassero gli stessi architetti che avevano progettato il resto del parco», spiega Giuseppe Piras, responsabile storico del progetto di Coimpresa.
LE CASUPOLE OCCUPATE La società è proprietaria, invece delle casupole degli ex dipendenti Calcidrata attigue al villino, anch'esse di nuovo occupate. Gli abusivi erano andati via nel 2003 quando l'impresa, in vista dell'inizio dei lavori sul parco, si era fatta carico della ristrutturazione di un ex scuola materna di via Brianza dove erano stati ricavati sei appartamenti. Altri erano stati sistemati dal Comune. Una coppia che non aveva trovato casa è rimasta lì. «Hanno la nostra autorizzazione», chiarisce Piras. (f.ma.)
26/01/2010