Commercio. I dipendenti degli ipermercati dopo la legge regionale: «Vogliamo passare il Natale in famiglia»
Confesercenti: sbagliato estendere la norma a tutta l'Isola. Sannitu: favorisce il turismo
Roberto Murgia cagliari@ilsardegnablu.it ¦
Costretti a vivere tra i corridoi degli ipermercati, non solo la domenica, ma anche il giorno di Natale. O di Capodanno, di Pasqua, il Venticinque aprile come il Primo maggio, e a Santo Stefano. La legge regionale che deroga l'obbligo di chiusura in queste festività avvantaggia la grande distribuzione, ma non i suoi dipendenti. «Tra un po' ci faranno anche dormire lì dentro». Per Filomena Cardia, delegato Cisl che lavora all'Auchan di Santa Gilla, «questa è la strada più breve per farci perdere ogni residuo di vita familiare. Offriamo un servizio il 25 dicembre? Bene. Ma i nostri figli dove li mandiamo? C'è qualcuno che ce li può tenere il giorno di Natale?». Magari si può scegliere. «Macché, succederà come per le domeniche: se si decide di non lavorare, è sicuro che l'azienda farà pesare qualsiasi giorno di riposo tu possa chiedere in futuro». Magari a livello di retribuzione ne varrà la pena: «Solo il 30 per cento in più dello stipendio - spiega il segretario di Filcams Cgil, Simona Fanzecco - la stessa maggiorazione che si percepisce prendendo servizio di domenica». «La norma sul commercio approvata dal Consiglio regionale va incontro alla liberalizzazione di un settore connesso con le strategie di promozione del turismo», dice l'assessore competente, Sebastiano Sannitu. «Di domenica e nei giorni festivi, qui di turisti se ne vedono ben pochi», replica una dipendente di Carrefour, «ad ogni modo è giusto trascorrere le festività in famiglia, non dentro un ipermercato». Per Giuseppe Atzori della Cisl, «chi lavora nel commercio non è considerato alla stregua di un consumatore normale. Consentire l'apertura in queste sei festività significa fare gli interessi della grande distribuzione». Confesercenti fa presente, in una nota, che sarebbe opportuno entrare nel merito delle peculiarità delle zone turistiche, «ma non possiamo accettare che le deroghe vengano estese in modo indiscriminato a tutta l’Isola». Sulla modifica approvata mercoledì in Consiglio regionale, «nasce senza considerare una serie di interessi legittimi che sono stati lesi, a favore di interessi esclusivamente della grande distribuzione organizzata che, duole dirlo, ancora una volta trova campo aperto in una regione che, come nessun’altra in Italia, ha una situazione di squilibrio nella distribuzione commerciale che danneggia il tessuto economico isolano ». Ora per i lavoratori degli ipermercati non resta che sperare nel «buon senso dell'amministrazione comunale», visto che, l'ultima parola sull'autorizzazione dell'apertura ce l'hanno i comuni.
Il bilancio
I consumi più alti in tutti i settori ¦
¦ Nel 2009, mentre il reddito pro capite in Sardegna si è attestato sui 14.519 euro (-0,4% rispetto al 2008), Cagliari fa segnare i consumi più elevati in tutti i settori di spesa. Sono alcuni dei risultati emersi dalla 16/a edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Sardegna. Nel 2009 la spesa complessiva per l’acquisto di beni durevoli si è attestata a 1.447 milioni di euro (-6,6% rispetto ai 1.549 del 2008). Nell'Isola, fra i settori di spesa quello di “Auto e moto” fa segnare una contrazione (spesi 520 milioni di euro per auto nuove, -2,2% rispetto al 2008; 36 milioni per motoveicoli, -10,3% rispetto al 2008). I “Mobili” diminuiscono del 5,8% (spesi 404 milioni), in calo anche gli “Elettrodomestici” (i bianchi -5,5%; i bruni -7,7%. I “Prodotti Informatici” non calano (33 milioni come nel 2008).
Il dato
Saldi a picco
Dopo i primi 10 giorni
Male i saldi dopo i primi 10 giorni di vendite. A dirlo è Confesercenti. Il 54% delle
aziende contattate si dichiara «nettamente insoddisfatto».