Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pedonalizzare? Ecco come farlo subito

Fonte: L'Unione Sarda
21 gennaio 2010

La conclusione del dibattito sulla chiusura al traffico di via Roma e largo Carlo Felice

Gli ingegneri: via le auto in sosta, marciapiedi più larghi

L'idea della pedonalizzazione sposata dalla maggioranza dei cagliaritani.
L'idea della pedonalizzazione del largo Carlo Felice e di via Roma lato portici, passando per la Marina, è stata sposata dalla maggioranza dei cagliaritani al di là di alcune pertinenti osservazioni e giustificati emendamenti alla proposta lanciata due settimane fa dal gruppo consiliare Lavoro & Quartieri.
Certo, c'è chi si è opposto. Parte dei residenti di Marina, ad esempio. E buona parte dei commercianti che aderiscono ai consorzi del centro storico. C'è chi ha posto l'accento sulla difficoltà a raggiungere gli ospedali e le cliniche universitarie, chi ha sottolineato il disagio del dover raggiungere a piedi la propria abitazione con le buste della spesa e le difficoltà di anziani e disabili. Altri ancora hanno ricordato quanto, in assenza di alternative valide, sia problematico cancellare le auto in una zona che, a torto o a ragione, è una delle direttrici più trafficate della città.
Luigi Muru, della farmacia Scanu (nel Largo), rileva, ad esempio, che «da noi il cittadino ritira prodotti che pesano pochi grammi e facilmente trasportabili, ma anche pannoloni, carrozzine e altro che non pesa poco» e aggiunge che «l'approvvigionamento dei farmaci avviene con quattro consegne al giorno».
CAMBIO DI MENTALITÀ Al di là del merito, molti apprezzano il tentativo di imporre un cambio di mentalità negli amministratori e nei cittadini. Quella di Paolo Piras è una nitida fotografia del cagliaritano medio. «Ci si ammassa con l'auto al centro e quando non si trova il parcheggio di fronte al negozio si sta a girare per decine di minuti e se per caso il luogo da raggiungere dista più di 100 metri allora si opta per lasciare l'auto in doppia fila. Occorre cambiare»
Federica, che si firma “una cagliaritana in Norvegia”, definisce l'idea «fresca, con una visione di una Cagliari sempre più turistica e vivibile, una città come punto di incontro e di vita pulsante. Apprezzo la modernità della proposta che garantisce quel rispetto dell'ambiente che in Norvegia, mio paese di adozione, è all'ordine del giorno».
Ma la proposta, al di là della suggestione che ha suscitato nei cittadini, è attuabile?
GRANDI MARCIAPIEDI Italo Meloni, cattedra in Pianificazione dei trasporti alla facoltà di Ingegneria, è scettico. «Il Largo è una delle strade che collega agli ospedali, a Stampace alto, al polo universitarioa e a Castello. Difficile rinunciarvi. Proporrei l'eliminazione dei parcheggi e il recupero degli spazi che occupano per ricavare grandi marciapiedi. È un progetto realizzabile subito e a basso costo. Le macchine», aggiunge, «potrebbero sostare nel parcheggio delle ferrovie, dove realizzando un fast park (cioè un secondo piano in struttura metallica, simile a quello di via Sant'Alenixedda, ndr) si potrebbe arrivare a 600 posti. Quanto a via Roma», aggiunge il docente, «farei la piazza dal lato portici alla attuale piazza centrale e lascerei tutto il traffico nel lato porto». E le auto che arrivano da viale Diaz, viale Bonaria, via XX settembre, dove passerebbero? «Proporrei la metropolitana. Io tifo per il metrotram ma va bene a anche quella interrata, e istituirei un servizio navetta per via Roma da piazza Repubblica e viale Trieste». Ma per Meloni mancherebbe una vera volontà di pedonalizzare. «Ci sono mille opportunità da realizzare subito. Perché non si comincia a chiudere il primo tratto del Corso, almeno nel fine settimana? O il primo tratto di viale Trieste, da piazza del Carmine?».
PEDONI PRIVILEGIATI Francesco Sechi, ingegnere che per conto della società Systematica è stato consulente del Comune per la redazione del Piano urbano della mobilità, ha un'idea simile che nel Piano ha chiamato “Pedonalità Privilegiata”. «Consiste nel ribaltare, in alcune vie e itinerari di pregio, il rapporto esistente tra spazio a disposizione dei mezzi privati e quello a disposizione per pedoni, ciclisti e trasporto pubblico. Un rapporto», spiega, «oggi sbilanciato a favore dell'autovettura privata che occupa, tra corsie di marcia e spazi per la sosta, l'80% e in alcuni casi il 100% dello spazio stradale. Ad esempio, eliminare la sosta in superficie dalle strade anche con la contestuale realizzazione di parcheggi in struttura», conclude Sechi, «consentirebbe di liberare spazio a favore dell'allargamento dei marciapiedi o dell'istituzione di corsie preferenziali per i mezzi pubblici lasciando inalterata l'accessibilità dei luoghi ma migliorando la qualità ambientale e i trasporti. Un esempio? Via Dante senz'auto in occasione della visita del Papa». (f.ma.)

21/01/2010