Niente querela. «Nella vicenda-stadio non è stata commessa nessuna porcata né ci sono interessi inconfessabili da difendere. Ma credo che questa polemica possa concludersi qua, senza ulteriori appendici. Non citerò in giudizio Gigi Riva. Lui e quelli che la pensano come lui sono liberi di continuare a dire quello che credono. Ma spero che non ci siano più allusioni all'onestà delle persone». Così il presidente del Cagliari Massimo Cellino. Il riferimento è alla polemica nata alla fine dello scorso anno, scatenata da un'intervista nella quale l'ex bomber rossoblù aveva sostenuto «di accusare il colpo per la porcata che vogliono fare con il Sant'Elia: lo vogliono distruggere perché il presidente del Cagliari vuole il suo stadio privato». Parole che Cellino aveva interpretato come attacco alla sua persona e al progetto che da anni porta avanti per la costruzione del nuovo stadio: «Forse c'è un equivoco di fondo - aggiunge ancora il patron rossoblù - io sono d'accordo affinché l'impianto resti pubblico. Se il Comune ha la voglia e i soldi posso essere solo contento: lo costruiscano loro e io mi impegnerò a farci giocare la squadra. Gli abbiamo persino regalato il progetto. Visto che non succederà, mi sono detto disponibile a farlo io. Lo stadio resterà pubblico e a noi, se vincessimo il bando di gara, verrebbe concesso solo il diritto di superficie». Un chiarimento che Cellino spera possa essere definitivo rispetto alla differenza di posizioni con l'ex bomber: «Questa è l'ultima volta che ne parlo - ha concluso - d'ora in poi non replicherò più sul tema-stadio. Se la città e i tifosi lo vogliono, che siano loro a far sentire la loro voce». (a. mur.)
21/01/2010