Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il «pasticciaccio» delle tasse sulla pubblicità

Fonte: L'Unione Sarda
20 gennaio 2010

FISCO & IMPRESE

Roberto Bolognese, presidente provinciale della Confesercenti, parla di «brutto pasticcio». E si riferisce alle imposte sulla pubblicità riscosse dalla Aipa, società milanese subentrata alla Gestor a maggio dello scorso anno. Soprattutto ai metodi di censimento: «senza contraddittorio» e «poco chiari». Morale, molti commercianti si sono trovati a dover pagare importi più alti rispetto al passato. Anche chi, ad esempio, prima non pagava proprio: le insegne sotto i 5 metri quadri vengono escluse (lo dice la legge) dal conteggio.
I NUOVI CONTI. Una sorta di franchigia che ora potrebbe essere stata aggirata, o almeno questa è l’ipotesi dei negozianti: «Alcuni imprenditori hanno ricevuto richieste di pagamento anche per cartelloni più piccoli del limite minimo. Probabilmente, in caso di due punti vendita, sono state sommate le misure delle insegne per superare il tetto di 5 metri quadri. Ma questa è solo una nostra supposizione visto che, a parte i due ragazzi che sono venuti a fare il censimento, non si è visto nessuno e nessuno ci ha spiegato cosa cambierà rispetto all’anno scorso ». Non solo. Ora, denunciano i commercianti, sono state messe in conto anche le vetrofanie. Cioè gli adesivi applicati alle vetrine. In questo caso, le misurazioni non avrebbero compreso solo l’area occupata dalle scritte, ma tutto il cristallo. Con una ovvia moltiplicazione delle superfici su cui si basa l’imposta.
LA PROTESTA. «Ufficiosamente sappiamo che sono state contate anche le insegne con scritte scorrevoli installate all’interno dei negozi. Così come i cartelloni interni. Se lo avessimo saputo prima, qualcuno di noi avrebbe eliminato una parte delle pubblicità: quando sono venuti gli addetti dell’Aipa, ci hanno detto che non erano da pagare». Ad essere sotto accusa è anche il metodo: «Come sappiamo a quanto ammontano le tariffe? Chi misura? E se i conteggi non fossero precisi? Le richieste di pagamento sono arrivate in questi giorni sotto forma di “avviso bonario”. Ma la comunicazione specifica che la contestazione può essere fatta solo dopo la notifica. Non lo trovo un modo corretto di agire».
LE ALTRE TASSE. Ma nell’universo delle imposte non ci sono solo le tasse per la pubblicità. Esiste anche quella per l’occupazione del suolo pubblico e sulle affissioni. Tutte riscosse dall’Aipa, che trattiene l’11,66 per cento delle somme e versa il resto nelle casse comunali, con una cadenza trimestrale. Poi ci sono le tasse incamerate direttamente dall’amministrazione. Per il momento il Comune ha riscosso quasi 90 milioni di euro grazie alle tre imposte principali: Tarsu, Ici e addizionale Irpef. Palazzo Bacaredda ha ricevuto per il 2009 circa 35 milioni e 500 mila euro per la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Per l’imposta comunale sugli immobili, 37 milioni e 500 mila euro (25 raccolti direttamente più 12,5 di contributo statale) mentre l’imposta sul reddito delle persone fisiche è ferma per il momento a 16 milioni ma dovrebbe raddoppiare, visto che gli accertamenti completati sono solo il 50 per cento del totale.
MICHELE RUFFI