Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, trattativa per evitare le ruspe

Fonte: L'Unione Sarda
19 gennaio 2010

Forza Italia propone un documento salva-chioschetti. L'opposizione: «Troppo tardi». I gestori ricorrono al capo dello Stato

Tra due settimane scadrà l'ultimatum per la demolizione

Il consiglio comunale potrebbe discutere già oggi l'ordine del giorno proposto da Forza Italia. Probabile una fusione con il documento preparato dalla commissione urbanistica prima delle feste natalizie.
Tempo (quasi) scaduto: il calendario dice che tra poco più di due settimane le ordinanze di demolizione notificate all'inizio di novembre ai proprietari dei chioschi del Poetto potrebbero diventare realtà. E senza nessun atto politico salva-chioschetti a febbraio si metterebbe in moto la procedura di «demolizione coatta» degli abusi edilizi contestati dalla procura della Repubblica. Intanto a pochi giorni dal gong arriva la proposta di Forza Italia: un ordine del giorno che consenta di evitare la distruzione dei baretti fine a se stessa e serva per avviare una «procedura urgente» che colleghi «la demolizione, la ricostruzione e, laddove si rendesse necessaria, la traslazione delle aree delle attività interessate». Un documento che si aggiunge a quello già preparato dalla commissione urbanistica prima delle feste natalizie e mai votato dal consiglio comunale.
L'ATTO Il capogruppo azzurro Ugo Storelli spiega che il nuovo atto «sarà più chiaro nei confronti del sindaco e della giunta, soprattutto se si pensa alle trattative che dovranno essere aperte con la Regione per la revisione dei vincoli voluti dal governo Soru». Oltre a impegnare l'esecutivo Floris a salvare il salvabile (cioè i chioschetti e le concessioni demaniali, allungate recentemente dal decreto milleproroghe e dunque i servizi essenziali della spiaggia) il documento detta anche gli indirizzi per il Piano di utilizzo dei litorali. Primo: il Poetto deve vivere per 12 mesi all'anno e non solo per 9. Punto numero due, le concessioni dovranno essere adeguate: le dimensioni delle aree cedute ai privati dovranno avere «prevalente concezione turistica» e non si potranno limitare alla sola «produzione di servizi». Non solo: deve essere prevista una «turnazione annuale» dei concessionari. Quindi spazio alla ristorazione (anche se in modo «diversificato»), alle attività commerciali, ai bagni «da ricostruire» e affidare alla «custodia dei concessionari» e a zone di attività «ludico-sportive-ricreative».
OK DELLA MAGGIORANZA Un ordine del giorno che potrebbe ricevere il via libera della maggioranza già questa settimana: domani il centrodestra si riunirà prima della seduta di Consiglio per esaminare il testo e trovare una linea comune su Pul e demolizioni. Claudio Tumatis (Lavoro&Quartieri) parla di un documento «blindato» almeno nella parte che prevede il salvataggio dei chioschetti: «La spiaggia deve essere aperta anche alla ristorazione». Anche Alessandro Serra (An) è in linea con la proposta forzista, che consentirebbe di arrivare alla conferenza dei servizi indetta dal Suap (sportello unico per le attività produttive della Regione) per il 27 gennaio. Per il presidente della commissione urbanistica Massimiliano Tavolacci (Udc), l'atto è «buono per affrontare l'emergenza ma lascia un po' perplessi quando prevede una turnazione tra i gestori». È probabile che tra oggi e domani la maggioranza trovi l'accordo con una fusione dei due ordini del giorno (quello della commissione e quello di FI). Dall'opposizione però non arrivano buoni segnali: «Non ci sono le condizioni politiche per sostenere il documento di Forza Italia, che si sovrappone a un altro ordine del giorno mandato avanti dalla commissione urbanistica. Per noi c'è prima quello», annuncia Claudio Cugusi (Pd). Il collega Andrea Scano trova sorprendente che l' odg arrivi «a due settimane dalla scadenza delle ordinanze quando l'argomento è noto da molti mesi, anzi da anni». Ancora: «Ho il timore che dietro questa operazione ci sia la volontà di far scadere i termini e far abbattere i baretti».
LA MOSSA Nel frattempo, qualcosa si muove anche sul fronte legale: il consorzio Poetto service, dopo aver abbandonato l'ipotesi del ricorso al Tar per congelare le ordinanze di demolizione, si potrebbe rivolgere direttamente al capo dello Stato. Innanzitutto per una banale questione di scadenza dei termini: rivolgendosi direttamente al Quirinale, il tempo a disposizione per presentare l'impugnazione passerebbe da 60 a 120 giorni. In questo modo - spiega l'avvocato del consorzio Carlo Fanari - si potrebbe attendere un segnale da Palazzo Bacaredda. Che ci sia poco da scherzare lo si capisce dalle parole del dirigente comunale Mario Mossa, per il quale le ordinanze per i chioschetti sono «normali pratiche per abuso edilizio». Allo scadere dell'ultimatum, potrebbero arrivare i sigilli della Procura e dopo (ovvero con i non rapidissimi tempi della burocrazia) le ruspe. Salvo che il consiglio comunale non batta un colpo.
MICHELE RUFFI

19/01/2010