SABATO, 16 GENNAIO 2010
Pagina 2 - Cagliari
Campus d’accordo col consorzio e col sindaco di Quartu
PABLO SOLE
CAGLIARI. «Il Piano del parco dovrà certo tener conto degli interventi futuri che si andranno a realizzare all’interno del Molentargius, ma occorre partire da un presupposto preciso: all’interno dell’area umida vivono decine di persone che stanno lì da decenni. Non dico che abbiano guadagnato un titolo, ma ritengo sia necessario assegnare loro un ruolo». Parola dell’assessore all’Urbanistica Giovanni Campus. Che sul futuro dei rioni nati nel bel mezzo del compendio naturalistico riprende la cauta posizione già formulata dal presidente del consorzio di gestione e sindaco di Quartu Gigi Ruggeri. «Forse è un po’ riduttivo basare il dibattito sull’intricata situazione di Molentargius sul dilemma ‘abbattere o non abbattere’ - prosegue Campus - anche perché con tutti i condoni che si sono succeduti negli anni, un’abitazione è regolare e quella affianco, costruita cinque minuti dopo, non usufruisce dei benefici di legge. Anche per questo ho caldeggiato l’istituzione di un gruppo di studio che analizzi lo stato delle cose e dia impulso alle azioni connesse all’abusivismo». In ogni caso, come più volte segnalato dall’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico, sui circa 190 casi pendenti, al momento dodici strutture sono state considerate totalmente abusive e gli organi preposti hanno già deliberato per la demolizione. Nonostante questo, tutto rimane fermo e nell’ordine del giorno del consiglio comunale, il “problemino” degli abusi a Molentargius non compare mai. «In linea generale, è un problema affrontato poco e male - afferma l’assessore Campus - e non certo da oggi. Ricordo che i primi studi sul fenomeno sono stati effettuati circa 25 anni fa. E lo ricordo bene, visto che facevo parte del team incaricato di tracciare un quadro completo sul problema abusivismo a Molentargius e stilare il conseguente piano d’azione. Alla fine, la situazione si è trascinata fino ad oggi, siamo arrivati ad una sorta di fondo del barile».
E non si parla solo di prime case costruite quarant’anni fa sulla spinta del bisogno: il permissivismo che nei decenni ha governato il parco, ha spianato la strada anche a chi, a due passi da fenicotteri e avocette, ha tirato su la seconda o terza villa. Eppur (niente) si muove.