LUNEDÌ, 18 GENNAIO 2010
Pagina 19 - Cronaca
Una raccolta di firme per portare il problema in consiglio comunale
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Che fare dei beni militari dismessi? In Comune non c’è ancora una politica chiara. Per cercare di precisarla un gruppo di consiglieri comunali ha raccolto le firme per porre il problema all’attenzione del consiglio comunale. Mercoledì l’argomento sarà all’ordine del giorno dell’assemblea municipale. Resta il fatto, però, che a chiedere la discussione sul tema è una commissione consiliare che il primo firmatario in Maurizio Porcelli di Forza Italia.
Una circostanza che fa dire a Ninni Depau, capo gruppo del Pd, «che è risibile che per discutere di questo problema la maggioranza debba raccogliere le firme. Infatti tutte le volte che la questione dei beni militari dismessi è stata posta (come negli indirizzi sul piano particolareggiato per il centro storico), chi governa la città ha sempre dribblato». Ma secondo Ettore Businco (Udc) «si tratta di una partita epocale per la città. Basti dire che l’area interessata ha una dimensione di ben quattrocento ettari». Mentre per Giorgio Adamo (Forza Italia) «bisognerà vedere quali saranno i progetti che il Comune presentarà alla Regione per poter richiedere questi immobili in cambio».
Da parte sua il sindaco Emilio Floris, nell’incontro avuto con la commissione Cultura (richiesto dal presidente Porcelli, che ha poi raccolto le firme per la discussione in Consiglio) aveva precisato che questi beni devono andare all’amministrazione locale. E durante il saluto dell’ultimo dell’anno aveva posto questo argomento come uno dei punti centrali da discutere nel 2010 col presidente della Regione Ugo Cappellacci.
Certamente i beni militari dismessi (che vanno dalla caserma Ederle di Calamosca alla Sella del Diavolo, dall’ex ospedale militare sino ai depositi militari di Monte Urpinu) «rappresentano un patrimonio ora in stato di totale abbandono - precisa Andrea Scano, Pd e vice presidente della commissione all’Urbanistica - il problema è che da parte della Giunta non c’è alcuna capacità di progettazione sul futuro di queste ricchezze». Nello stesso tempo, però, «in questo momento abbiamo problemi più urgenti da discutere - spiega Massimiliano Tavolacci, Udc e presidente della commissione consiliare all’Urbanisica - questo dibattito in assemblea mi sembra prematuro».
In effetti sul patrimonio dismesso «si è persa un’occasione importante - sottolinea Massimo Zedda, La Sinistra - che è quella del piano strategico. Ma la sua gestione va vista di concerto con Regione e Provincia». L’importante, però, afferma Radhouan Ben Amara (Comunisti Italiani), «è che venga utilizzato per la città, soprattutto per iniziative culturali e sociali». Tuttavia, precisa Claudia Zuncheddu (Rossomori), «va ricordato che questi beni non sono gratis: il Comune dovrà dare in cambio qualcosa. In più si parla già di coinvolgimento dei privati, col rischio di grosse speculazioni vista l’alta qualità delle aree (si pensi a Calamosca) interessate».