MERCOLEDÌ, 13 GENNAIO 2010
Pagina 2 - Cagliari
Il caso. È l’appartamento di via del Collegio, a La Marina, dove ogni giorno pregano i musulmani
Cisl e “Oltre le frontiere” scrivono al consiglio per l’immigrazione
CAGLIARI. Non solo dormire, ma anche pregare è diventato difficile per alcune comunità di immigrati. Dell’ “Hotel Senegal”, in quel della spiaggia di Giorgino, si sa quasi tutto. Un po’ meno dell’angusto locale nel cuore del quartiere Marina, dove decine di musulmani ogni giorno celebrano il rito delle preghiere.
La segreteria territoriale della Cisl e l’Anolf (Associazione oltre le frontiere) si sono fatti portavoce del malessere di numerosi extracomunitari e hanno chiesto l’intervento del Consiglio territoriale per l’immigrazione su queste due emergenze. «Anche al fine di prevenire episodi di intolleranza come quelli che vanno verificandosi in altre regioni», dicono la segretaria Cisl, Monica Maxia, e il responsabile Anolf, Abdou Ndyaie.
Nel quartiere della Marina, precisamente in via del Collegio, in certe ore del giorno la strada si trasforma in una moschea all’aperto. Il locale dove avviene l’incontro di preghiera è infatti piccolo “e spesso i fedeli sono costretti - precisano Mascia e Ndyaie - ad occupare la strada con i loro tappeti, soffrendo evidenti disagi e rischiando, loro malgrado, di intralciare il traffico e di poter far nascere problemi anche di ordine pubblico».
Noti a tutti, anche perché denunciati in questi giorni, i disagi sofferti da un centinaio di immigrati di origine senegalese che, da alcuni anni, occupano il cosiddetto “Hotel Senegal”, negli impianti un tempo della Eden Sarda, a Giorgino, proprio di fronte alla chiesetta di sant’Efisio. La struttura - ora di proprietà del Cacip (ex Casic), che attende lo sgombero per ristrutturarli e trasferivi la nuova sede del Consorzio - è fatiscente, con evidenti carenze igieniche e rischi per l’incolumità degli immigrati, per altro tutti in possesso di regolare permesso di soggiorno.
«Occorre oggi uno sforzo straordinario del Comune e delle altre istituzioni - si legge nella lettera firmata da Monica Mascia e Abdou Ndyaie - per porre rimedio a una condizione non degna di un territorio come quello cagliaritano, sempre all’avanguardia per spirito di accoglienza».
Cisl e Anolf chiedono, nella parte conclusiva della lettera, altresì di far nascere al più presto e, soprattutto, rendere funzionante lo sportello unico per l’immigrazione, da tempo previsto, ma finora non realizzato.