Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il santo, i bambini e il rito della vestizione

Fonte: L'Unione Sarda
30 aprile 2008

Sono gli ammalati i protagonisti della vestizione di sant'Efisio. Un rituale apparentemente identico ogni anno, ma che invece, nel segno della devozione, si rinnova restando uguale a se stesso.
La vestizione è uno dei momenti clou, uno dei preparativi che avvicinano alla festa di domani. Così, come accade da alcuni anni, l'appuntamento si è svolto nella piazzetta di Stampace, una occasione per permettere di vedere da vicino gli abiti del martire.
Inizialmente il simulacro è spoglio, tanto che qualche anziano ha commentato: «Non sembra neanche lui, il guerriero». Ma la scena è cambiata immediatamente, quando la priora dell'arciconfraternita del Gonfalone, Luisetta Atzeni, ha chiamato alcune persone per la vestizione: «Vediamo quali sono gli ammalati e le persone bisognose che troviamo nel sagrato. Naturalmente molti vorrebbero partecipare, ma i pezzi sono pochi (il mantello, la pancera, un collettino e due polsini, più la spada e la palma). Si cerca di accontentare il maggior numero di persone, ma tutte non è possibile».
Presente l'Alter Nos, il consigliere comunale Lino Bistrussu, la vestizione è stata accompagnata dalla recita dei misteri dolorosi del rosario, proprio per sottolineare come ogni momento della festa di sant'Efisio sia scandito dalla preghiera. E tra un'ave Maria ed un'altra Efis ha indossato gli abiti per la processione di domani. Al termine, prima di sistemare il simulacro nel cosiddetto "cappellone" il cappellano dell'arciconfraternita, monsignor Mario Ledda, ha voluto che tutti i bambini presenti si sistemassero accanto a sant'Efisio, «un investimento per il futuro», lo ha definito; quasi un passaggio intergenerazionale per una tradizione e un sentimento che non deve venir meno. Perché è sempre la commozione e la devozione quello che accompagna la festa: «Esserci - spiega Andrea Loi, presidente dell'Arciconfraternita - significa custodire il culto a sant'Efisio e ci porta anche a riflettere sul ruolo che ricopriamo». Una partecipazione, dunque, significativa: «È devozione - aggiunge Efisio Corona, terzo guardiano di questa 352ª edizione della festa - ma è anche qualcosa difficile da spiegare perché mi coinvolge a livello personale e spirituale, al di là del ruolo che occupo». Al termine della vestizione, monsignor Ledda ha benedetto il nuovo impianto di illuminazione del carcere di sant'Efisio.
Oggi gli ultimi preparativi: alle 10,30 l'ornamento del simulacro, poi alle 12 l'intronizzazione della statua nel cocchio, subito dopo la messa. Alle 17 un'altra celebrazione, poi alle 19 il solenne pontificale, quindi alle 20,45 una veglia di preghiera. E così Cagliari potrà, anche quest'anno, sciogliere il suo voto a Efisio.
ALESSANDRO ATZERI