SABATO, 09 GENNAIO 2010
Pagina 2 - Cagliari
CONTRADDIZIONI URBANE
CAGLIARI. L’anno scorso vico Carlo Felice venne dichiarata zona pedonale: un niente di stradina tra via Angioy e il Largo dove un ristoratore aveva messo i tavoli per servire pasti all’aperto. Mai più auto, l’arredamento pagato di tasca dal ristoratore ingentiliva il luogo. Col negoziante di lusso affianco d’accordo e anche gli anziani abitanti della mini strada mai più ostaggio di auto incollate all’uscio di casa (nonostante il divieto di parcheggio). L’oasi è stata cancellata il 5 gennaio da un’ordinanza del sindaco, «temporanea», è scritto in grassetto nel documento, per rimediare al muro pericolante lungo la via Angioy chiusa appena svoltato l’angolo del vico Carlo Felice. E siccome la diceria vuole che in Italia niente sia più definitivo di un provvedimento temporaneo, il titolare del ristorante (Andrea Buzzo) è preoccupato di non poter ripristinare una situazione per lui conveniente e, racconta, molto apprezzata dagli avventori. «Anche famiglie con bambini - diceva ieri - perché è un posto dove i bambini si possono alzare e giocare senza correre pericoli e senza disturbare gli altri clienti. Ho chiamato il Comune, stiamo diventando città turistica, speriamo che facciano ciò che devono per riaprire via Angioy». Buzzo fa parte del consorzio Cagliari Centro Storico di cui è presidente Roberto Bolognese, lui ha la delega per le pedonalizzazioni, i fine settimana pedonali della Marina, gaudio dei crocieristi e dei bon vivant cagliaritani, nascono nel suo consorzio. «Stiamo per riprendere le proposte, l’anno scorso si chiudeva via Sardegna e le vie perpendicolari, dietro autorizzazione del Comune gestivamo anche chiusura e apertura. I commercianti hanno comprato piante e fioriere e pagavano il personale che metteva le fioriere a centro strada la sera, le spostava il sabato per lo scarico merci e le riposizionava subito. Un successo, ne avete parlato anche voi». Qualche voce contrastante però c’è. Sessantacinque abitanti di via Angioy protestano via lettera per la mancanza di parcheggi e anche per il vico chiuso. «Io vengo tutti i giorni e parcheggio alla stazione, accettando di fare 2 passi a piedi. Qui - dice Bozzo - ci sono tanti garage che vengono affittati e i residenti mettono le auto fuori. Anche in doppia fila. Anche dove c’è il divieto. Non le pare che questa, a volte, sia una strana città?». (a. s.)