Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Linea comune per Molentargius»

Fonte: La Nuova Sardegna
7 gennaio 2010

MERCOLEDÌ, 06 GENNAIO 2010

Pagina 2 - Cagliari


I dubbi del sindaco di Quartu sull’ipotesi di demolire gli abusi «Ci sono anche edifici in regola, il problema non sono le sanatorie»




PABLO SOLE
CAGLIARI. Sembra un paradosso, ma il futuro del parco di Molentargius-Saline vive una fase di stallo. Le direttrici di sviluppo dell’area umida devono fare i conti con un amletico dubbio: demolire o non demolire? Si deve insomma trovare una linea comune tra i soggetti coinvolti - comuni, Provincia e Regione - per decidere il futuro delle costruzioni abusive sorte negli ultimi quarant’anni all’interno di uno dei compendi naturalistici più importanti dell’area europea. E non si tratta di una decisione da poco, visto che la linea d’azione indicata dall’assemblea del Molentargius-Saline costituirà la spina dorsale del piano del parco, lo strumento pressoché onnicomprensivo che individuerà i modelli di sviluppo dell’area. I numeri? Li snocciola il Gruppo di intervento giuridico. Nell’intera area, compresi quindi il rione in territorio cagliaritano di Medau su cramu e le abitazioni e attività produttive in area quartese adiacenti via della Musica, le strutture abusive sono circa 190. Di queste solo nove hanno finora ottenuto la sanatoria, contro le dodici a cui è stata negata e che, almeno sulla carta, dovrebbero essere quindi demolite o assimilate al patrimonio comunale. Centotrentotto casi sono in attesa di essere esaminati dagli uffici tecnici competenti e qualche decina di casi rimane in sospeso. Che fare? «Da una parte ci sono i fondamentalisti - dice il sindaco di Quartu e presidente del consorzio Molentargius-Saline Gigi Ruggeri - dall’altra i possibilisti. E di certo il quadro normativo non aiuta. In ogni caso, anche demolendo, rimane il problema delle strutture costruite con le autorizzazioni in regola. Occorre sedersi intorno a un tavolo, analizzare il problema e indicare una linea comune». Che qualcuno ha individuato nella riconversione dei rioni di Molentargius in una sorta di villaggio agricolo: «Ma questa operazione a me sa tanto di ipocrisia, di forzatura - dice Ruggeri - e mi pare proprio un’idea che non regge, anche perché si va a presupporre che la Regione sani tutto. Inoltre, oggi gli insediamenti abusivi inquinano, ad esempio perché le fogne sono a dispersione. Si aggiunga però che vi sono situazioni assentite e abusive: se il quadro deve rimanere così com’è - conclude Ruggeri - si devono fare le urbanizzazioni, altrimenti bisogna definire un modello alternativo».