Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Anfiteatro, i tavoloni rimangono

Fonte: La Nuova Sardegna
7 gennaio 2010

MERCOLEDÌ, 06 GENNAIO 2010

Pagina 2 - Cagliari


Forse giù il terzo anello, un concorso di idee per l’area di viale Fra Ignazio




MAURO LISSIA

CAGLIARI. Avanti così, con la grandinata storica coperta di tavoloni, coi turisti che vanno a vedere l’anfiteatro romano illustrato nelle guide e trovano uno stadio sostenuto da un’impalcatura d’acciaio. Il sindaco Emilio Floris ha deciso: per quest’anno la legnaia non si smonta.
Ed è già l’ottavo anno che il monumento più importante della città viene riservato alla musica dozzinale, al festivalbar, a chiunque prometta spettacolo e passerelle imbarazzanti per gli amministratori, come quella di Capodanno. Ma a fine febbraio - così ha assicurato alla commissione consiliare cultura la velocissima dirigente Ada Lai - sarà pronto il bando pubblico per «un concorso di idee aperto anche ai cittadini - spiega Maurizio Porcelli, il presidente della commissione - per disegnare il futuro dell’anfiteatro e dei siti storici vicini, dall’orto dei Cappuccini all’orto Botanico in viale fra Ignazio». Il sindaco avverte: «Sarebbe inutile pensare all’anfiteatro senza metterci il problema di tutto ciò che c’è intorno, prima di marzo sarà sicuramente necessario un incontro con l’università e l’azienda mista per capire quale possa essere il futuro del San Giovanni di Dio e che ruolo potrà giocare quel sito nel progetto».
L’argomento anfiteatro è al primo punto dell’ordine del giorno in commissione cultura, che dovrebbe discuterne già la prossima settimana: «La stagione estiva comincia fra cinque mesi - fa i conti Porcelli - è urgente parlarne». Ma è difficile capire che cosa si possa progettare attorno a una struttura di pietra che esiste da duemila anni, se non di danneggiarla ulteriormente. Questa è comunque la scelta annunciata da Floris ieri mattina, al sopralluogo mattiniero organizzato non per accertare lo stato del monumento, che regge ai millenni, ma delle tribune in legno costruite dieci anni fa e ormai deteriorate nella loro bruttezza originaria. Puntualmente assente l’assessore regionale alla cultura Lucia Baire, in vacanza da giorni, c’era invece l’assessore comunale ai lavori pubblici Raffaele Lorrai, chiamato a esprimere pareri sulle condizioni della struttura: malgrado gli anni è stabile - riferisce Porcelli - non ci sarebbero problemi di sicurezza per la prossima estate di spettacoli all’aperto. Semmai si potrebbe pensare a demolire il terzo anello, una soluzione annunciata di anno in anno da quasi un decennio: «Ridurebbe la capienza di settecento posti - spiega Porcelli - ma anche l’impatto visivo ne gioverebbe». Nessuna speranza, malgrado le voci del dissenso crescano, di rivedere il teatro romano nelle condizioni naturali: «Per quest’anno resta tutto com’è» ha tagliato corto il sindaco. Anche perchè - sostiene Porcelli - alternative non ce ne sono: «Sono anni che propongo di valutare altre ipotesi - spiega - come l’area di Calamosca, dove si potrebbe allestire una bellissima arena all’aperto. Altro non c’è, la Fiera è solo uno spiazzo d’asfalto, il nuovo palazzetto dello sport sarà pronto a San Paolo fra non meno di tre anni. Non resta che l’anfiteatro, quindi andremo avanti a rattoppare le tribune finchè dal concorso di idee non verrà fuori una soluzione, che dovrà essere definitiva». Neppure un accenno, nel corso del sopralluogo, all’autorizzazione paesaggistica scaduta che secondo il Gruppo di Intervento giuridico rende illegale la presenza nel monumento delle tribune in legno. Mentre l’inchiesta della Procura sull’uso dei contributi pubblici da parte dell’associazione concessionaria dell’arena romana, la Sardegna Concerti, potrebbe costringere l’amministrazione comunale a modificare programmi e interlocutori in vista della stagione estiva. Questo è un capitolo apertissimo, che coinvolge gli uffici comunali e lascia aperta la porta a ipotesi diverse da quelle descritte dal sindaco.