MARTEDÌ, 05 GENNAIO 2010
Pagina 2 - Cagliari
Anfiteatro, via libera agli ‘eventi’ malgrado denunce e inchieste
MAURO LISSIA
CAGLIARI. Il nullaosta paesaggistico per le tribune dell’anfiteatro romano è scaduto, il pm Daniele Caria sta per chiudere il primo fascicolo d’inchiesta.
L’indagine riguarda l’uso dei fondi pubblici dello spettacolo, con ipotesi d’accusa che riguardano gli uffici comunali e l’organizzazione concessionaria dello spazio, la ‘Sardegna Concerti’. Se da una parte scricchiola l’architettura delle autorizzazioni, dall’altra si parla di clamorose sviste nelle fatturazioni, con incroci pericolosi tra manifestazioni prodotte a Sassari e altre serate offerte a Cagliari. C’è un palco attrezzato acquistato con contributi europei per concerti jazz che verrebbe usato per scopi diversi. Come se non bastasse, sono anni che al terzo piano del palazzo di giustizia piovono segnalazioni per i danni che l’allestimento delle tribune lignee ha arrecato alla struttura originale del monumento: il programma Rai ‘Sabato e Domenica’ ha filmato e mandato in onda i gradoni del teatro antico perforati e in parte spaccati dagli enormi plinti d’acciaio che sostengono la struttura artificiale. La struttura che associazioni culturali ed ecologiste come Italia Nostra, Amici della Terra e Gruppo di intervento giuridico chiedono a gran voce di smontare, com’era previsto ai tempi del progetto approvato dall’amministrazione Delogu e ispirato dall’allora sovritendente Mauro Meli per portare la capienza dello spazio a cinquemila posti. Ma dopo quasi dieci anni di battaglie davanti al Tar, fra lettere ultimative della Sovrintendenza ai beni archeologici, denunce alla magistratura e proteste da parte di storici e intellettuali cagliaritani l’amministrazione Floris sembra aver deciso di andare avanti: l’estate prossima gli spettacoli di ‘Sardegna Concerti’ e delle altre associazioni private si potranno svolgere all’anfiteatro romano. A chiederlo è stato il presidente della commissione consiliare cultura Maurizio Porcelli e il sindaco Emilio Floris sarebbe d’accordo, com’è stato d’accordo per quasi otto anni. Ora però c’è un problema, peraltro ampiamente previsto: i tavoloni di legno acquistati nel 2000 coi sei miliardi di lire del Giubileo mostrano i segni del tempo. Per Porcelli «sono obsoleti e hanno necessità di una continua manutenzione». Per questo al sopralluogo organizzato per stamattina alle 8.30, con la partecipazione annunciata del sindaco, dell’assessore ai lavori pubblici Raffaele Lorrai e dei consiglieri della commissione cultura guidati da Porcelli è stata invitata anche l’assessora regionale alla cultura Maria Lucia Baire: dovrà rendersi conto direttamente dello stato di degrado in cui versa la gradinata per poi decidere se finanziarne il restauro. Come dire che i sei miliardi di lire spesi dieci anni fa per oscurare il più prezioso monumento della città sono ormai esauriti, servono altri soldi per continuare a danneggiarlo. Da una parte si punta a demolire lo stadio moderno, quello di Sant’Elia, per trasformarlo in un centro mercato privato. Dall’altra si tiene in piedi quello che l’archeologo Giovanni Lilliu ha definito «un obbrobrio» e si cercano altri soldi per consolidarlo.
Porcelli, che è anche consigliere di amministrazione del teatro lirico, propone l’apertura di «un tavolo con la Regione» e spiega: «Arena sì, ma anche luogo di cultura, uno non esclude l’altro». Poi aggiunge: «L’area dev’essere valorizzata e speriamo si arrivi presto alla realizzazione di un polo unico che comprenda villa Tigellio, Orto Botanico, Orto dei Cappuccini e anfiteatro». Tuvixeddu resta fuori dal circuito culturale, forse perchè già entrato in quello dell’edilizia di lusso. Se in ogni parte del mondo i luoghi storici vengono conservati e protetti, Cagliari continua a stravolgerne l’uso e l’aspetto originario.