Le priorità dell'agenda politica e istituzionale secondo i leader
Abbiamo chiesto ai rappresentanti della politica e del mondo del lavoro di indicare tre priorità per la Sardegna nel 2010.
UGO CAPPELLACCI Il presidente della Regione chiede «più lavoro e meno povertà per i sardi». C'è poi «l'obiettivo di una coesione sociale» che arrivi anche da una «politica alta». Cappellacci intravede un trampolino per i giovani: «Dovranno avere più opportunità» grazie «a un'istruzione più qualificata e anche a internet». C'è il riferimento all'azione dell'esecutivo, col piano che porterà i computer agli studenti delle scuole superiori e con il progetto master and back, calibrato sull'inserimento dei giovani nelle imprese sarde. Cappellacci confida poi nel lancio della «green economy», con l'industria a basso impatto ambientale (a partire da quella turistica) e con la valorizzazione «dell'energia ambientale».
SILVIO LAI «Un sistema di welfare per rispondere all'emergenza povertà» è la prima priorità per il 2010 che fissa il segretario regionale del Pd: «Perché la crisi la stanno pagando i giovani, i deboli, i precari. Spero poi che l'Isola sappia trovare un'idea di sviluppo capace di creare occupazione. Ma alla base di tutto devono esserci riforme istituzionali in grado di ridefinire la nostra specialità e il rapporto con lo Stato».
MASSIMO FANTOLA Per il leader dei Riformatori sardi «l'obiettivo primario dell'amministrazione regionale dovrà essere quello di creare ricchezza. E per questo servono risorse territoriali, capitale finanziario e risorse umane. Bisogna rivoltare la frittata: anche le nuove infrastrutture, che pure servono, non dovranno essere fini a se stesse ma dovranno aiutarci a creare una nuova economia, in cui sia anche possibile attirare capitali da oltre Tirreno».
GIULIO CALVISI «Vorrei che il primo proposito di tutta la Sardegna fosse una risposta alla crisi che vada incontro alle difficoltà delle imprese e in particolare dell'industria», riflette il deputato del Pd. «Oltre a questo, la Regione dev'essere capace di aprire una vertenza con lo Stato per ottenere tutte le risorse che ci spettano, ma anche per recuperare una giusta dialettica col Governo su ambiti come la scuola e l'università, rispetto ad alcune riforme che rischiano di penalizzarci».
MASSIMO PUTZU Il presidente di Confindustria si augura che nel 2010 «il Governo metta tutti i 2.278 milioni di fondi Fas definitivamente a disposizione della Regione». Per lo sviluppo servono interventi «su infrastrutture, energia e trasporti». Putzu spera che arrivino segnali di ripresa per l'economia, sottolineando l'importanza del credito: «Le imprese sarde stanno operando uno sforzo straordinario. Agli istituti bancari chiediamo di fare altrettanto».
ENZO COSTA Il segretario della Cgil confida nell'«avvio di un piano regionale straordinario di rinascita che abbia come tema centrale il lavoro e porti alla piena occupazione entro dieci anni». Il sindacalista chiede «una società più giusta». Costa sogna poi «un nuovo ruolo della Sardegna dentro l'Unione Europea». Si dovranno dare «speranza e futuro ai giovani». No «alle logiche del mercato che hanno sostituito quelle della politica», e no «alla finanza come creazione della ricchezza rispetto al lavoro».
FRANCESCA TICCA Il segretario della Uil non ci pensa un attimo: «Al primo posto del 2010 non può che esserci il lavoro. È la priorità delle priorità». A ruota, «bisogna affrontare l'emergenza povertà. Serve un grande impegno unitario». Dal sindacato parte poi l'appello alla politica: «Bisogna uscire dalle strategie tradizionali per arrivare a una politica concreta, più attenta ai problemi della gente».
SANDRO PILLERI Per il segretario regionale dell'Ugl «il vero auspicio è un nuovo piano di rinascita per il lavoro, che difenda l'industria e investa sull'agroalimentare e sul turismo. Inoltre la Sardegna deve riuscire a non pagare più lo scotto dell'insularità, risolvendo il problema del trasporto delle merci e del costo dell'energia».
04/01/2010