Santa Caterina. Manifestazione disertata per rispetto dei bambini di religione islamica. L'assessore Piras: «Una pazzia»
La decisione delle maestre: niente cerimonia natalizia
La scelta ha vincolato sia gli studenti cattolici che quelli islamici: così è saltata l'intera cerimonia. Maurizio Porcelli: «È un fatto gravissimo, da cittadino e amministratore mi sento offeso».
Era tutto già pronto, come ogni anno: il coro dei bambini, la lettura del Vangelo secondo Luca. Il passo che racconta la nascita di Gesù e l'adorazione dei pastori, avvertiti da un angelo. Ma questa volta la festa di Natale, organizzata a Castello dall'associazione Itzokor, è saltata all'ultimo momento per mancanza di partecipanti: due classi della scuola elementare Santa Caterina hanno scelto di disertare l'incontro - fissato per ieri mattina, in piazza Carlo Alberto - perché tra gli alunni ci sono alcuni bambini musulmani. E per non creare imbarazzo e evitare di muoversi sul terreno minato della convivenza tra religioni, le maestre delle classi invitate hanno preferito dire no alla festa. In blocco. La scelta ha vincolato sia gli studenti cattolici che quelli islamici: tutti a casa, e così è saltata l'intera cerimonia, a cui si sarebbero dovuti unire anche i ragazzi dell'altra scuola elementare del quartiere, la Umberto e Margherita.
LA DECISIONE Nelle classi dell'istituto che si affaccia sul bastione di Santa Caterina non tutti frequentano l'ora di religione. In quarta un paio di bambini, in quinta addirittura metà degli alunni non segue la lezione. «È stata una decisione ragionevole», dice Marica Piredda, una delle due maestre che hanno rifiutato di aderire ai festeggiamenti natalizi. «Durante la cerimonia sarebbero stati letti alcuni passi del Vangelo, sarebbe stata una forzatura partecipare a queste condizioni. Nessuno scandalo: si è deciso di comune accordo con gli organizzatori. Non credo sia stato leso nessun diritto».
Il dirigente scolastico Rosa Maria Manca spiega di non conoscere l'episodio («Nessuno mi ha detto nulla») ma difende le proprie insegnanti: «Se lo hanno fatto, ci sarà un motivo. Io sono cristiana cattolica. Non posso condizionare le scelte delle maestre. È una cosa normale nell'autonomia scolastica, solitamente sono valutazioni che nascono da discussioni democratiche».
LE REAZIONI Se il parroco della Cattedrale Alberto Pala preferisce il silenzio («Conosco il fatto, non voglio commentare»), il pensiero dell'assessore alle politiche sociali del Comune Anselmo Piras è decisamente meno diplomatico: «È una pazzia, un'integrazione alla rovescia. I bambini musulmani sarebbero potuti rimanere in classe, invece in questo modo è stata negata ai cattolici la possibilità di partecipare. La responsabilità è delle maestre: così il rispetto di pochi lede il diritto di tanti. Sono preoccupato. Per far vedere che non siamo razzisti, ci comportiamo in questa maniera: chiederò ufficialmente al preside perché è successo». Lo stesso sangue scorre nelle vene del consigliere comunale Maurizio Porcelli: «È gravissimo. Mi aspettavo sarebbe successa una cosa di questo tipo. L'ora di religione è facoltativa ed è giusto così, ma i bambini di fede cattolica dovevano partecipare alla festa. In tutte le scuole del mondo si celebra il Natale. I musulmani potevano rimanere tranquillamente all'interno dell'istituto. È una discriminazione preoccupante: a causa di poche persone di religione diversa dalla nostra non vengono svolte iniziative di questo tipo». Ma questo potrebbe essere solo l'inizio: «Il peggio arriverà l'anno prossimo, quando la comunità islamica ci chiederà di costruire una moschea qui a Cagliari. Io sono a favore dell'integrazione, ma nel rispetto delle nostre regole. E in questo caso non vengono rispettate. Mi auguro che i genitori dei bambini protestino nei confronti dei direttori scolastici. Le distanze religiose non devono toccare i bambini, è meglio che siano tenuti fuori. Ma visto che questo è successo, da amministratore e cittadino mi sento offeso. Presenterò un'interrogazione in Consiglio al più presto».
L'ASSOCIAZIONE Riccardo Locci, presidente della Itzokor, si schiera dalla parte delle maestre anche se la loro scelta ha fatto saltare la festa organizzata dalla sua associazione: «Forse hanno fatto la scelta migliore. Certo, ci dispiace che la cerimonia sia saltata». Il ragionamento di monsignor Mario Ledda è da uomo della mediazione: «L'integrazione costa fatica. La religione non è mica un prodotto Findus, che si scongela nel microonde. È fatta di trattative, va aggiustato il tiro a seconda degli episodi».
MICHELE RUFFI
20/12/2009