Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Si barricano in casa col bimbo di 4 mesi contro lo sgombero

Fonte: L'Unione Sarda
18 dicembre 2009

Via Tevere «Non abbiamo alternative» 



La porta blindata, rinforzata dall'interno con un paio di solide ganasce e grosse sbarre di ferro, ha resistito all'assalto delle tenaglie comunali: ammaccata, ma è ancora sui suoi cardini. Mamma, papà e figlioletto di quattro mesi, per dieci ore, sono rimasti prigionieri in una casa cui non hanno diritto: il fabbro ha scassato la serratura (al posto della quale, ora, c'è un buco), e nessuno poteva più entrare o uscire.
Si è concluso così, per il momento, il tentativo di sfratto degli occupanti dell'appartamento al terzo piano del civico 20 di via Tevere, una parallela di via Po, zona piazza Sant'Avendrace. «Sono arrivati alle otto di mattina e hanno cominciato a tirare botte fortissime contro la porta». Valentina Loi, 24 anni, è molto agitata. C'era anche il suo bimbo di quattro mesi in casa con lei, ieri mattina, quando gli uomini dell'ufficio Patrimonio del Comune, accompagnati da un ufficiale e un paio d'agenti della polizia municipale hanno dato esecuzione a un provvedimento di sfratto. Con mamma e figlia c'era anche William Usai, 29 anni, compagno della giovane.
Non c'era, invece, l'affidatario dell'alloggio comunale in questione, un cittadino che per l'amministrazione non ha più i requisiti per stare lì: Adriano Pandolfi, titolare del Ricciomania, uno dei più conosciuti fra i chioschetti che offrivano pietanze a base di polpa di riccio di mare lungo il Poetto. «Ci hanno chiusi, con tutti gli altri, lo scorso marzo», racconta l'uomo: «Da allora è dura, molto».
William era un suo dipendente. Lavorava nel chioschetto: «Un paio d'anni fa, visto che si trovava in una situazione non facile, ho dato ospitalità a lui e alla sua compagna. Abbiamo vissuto insieme fino a nove mesi fa, quando ho avuto occasione di acquistare un'altra casa. A quel punto gli ho detto che si sarebbero dovuti trovare un altro alloggio perché quello l'avrei dovuto restituire all'amministrazione». Lo sfratto era tutt'altro che inatteso: «L'estate scorsa il Comune mi diede il preavviso. Ho insistito con William: Willy, trovatevi un'altra casa, non mettermi nei pasticci . Lui mi diceva che stava cercando ma non trovava nulla. E ora siamo nei guai».
Chiuso il chioschetto, William ha trovato lavoro al cimitero. Prende 800 euro al mese: «Sono tutte le nostre entrate - spiega Valentina - come facciamo a pagarci un affitto? Non abbiamo alternative»
«Il Comune li aiuterà economicamente - promette Ada Lai, dirigente dei Servizi sociali - come fa con tutte le famiglie in difficoltà. Ma l'amministrazione non può accettare occupazioni abusive: gli sgomberi vanno fatti».
Ieri, vista la resistenza della porta, l'operazione è stata interrotta. Oggi, modificata l'intestazione dell'intimazione di sgombero da Pandolfi a Usai-Loi, potrebbe riprendere. Ma i Servizi sociali chiedono un rinvio: «Sotto Natale - spiega la Lai - è difficile trovare case in affitto». Almeno le feste, forse, sono salve.
MARCO NOCE

18/12/2009