Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Si vota il 9 maggio, centrodestra diviso

Fonte: La Nuova Sardegna
15 dicembre 2009

MARTEDÌ, 15 DICEMBRE 2009

Pagina 7 - Sardegna

Interlocutorio anche il nuovo vertice di maggioranza sul caso delle alleanze per le Province e i Comuni



Psd’Az e centristi col Pd? Il Pdl: «Liberi anche noi, da soli dove ci conviene»




FILIPPO PERETTI

CAGLIARI. La data non è ancora ufficiale ma è la più probabile: in Sardegna le elezioni amministrative si svolgeranno il 9 maggio (l’eventuale secondo turno il 23). L’indiscrezione è emersa ieri pomeriggio nel vertice regionale di un centrodestra ancora diviso sulle alleanze per le Province e i Comuni. Già da un mese (lo aveva comunicato Ugo Cappellacci agli alleati) si sa che il voto sardo slitterà di due mesi rispetto alle amministrative del resto d’Italia, fissate a marzo. Per due ragioni. Uno: nell’isola le elezioni amministrative vengono convocate dal presidente della Regione e la legge gli impone di fissare la data tra aprile e giugno. Due: la legge potrebbe essere modificata in extremis, ma Ugo Cappellacci, d’accordo con quasi tutti i partiti di maggioranza, preferisce che i due appuntamenti siano separati perché a marzo si parlerà soprattutto di politica nazionale e perché, centrato l’obiettivo di avere la Finanziaria subito, il presidente vuole avere il tempo di attuarla almeno in parte per portare risultati in campagna elettorale.
Il centrodestra sardo, come s’è detto, è quasi compatto solo sullo slittamento del voto. Mentre è diviso sul caso delle alleanze. Al vertice di ieri, assente Cappellacci, hanno partecipato il coordinatore regionale del Pdl, Mariano Delogu, affiancato da Salvatore Cicu (che fa parte del coordinamento) e dal capogruppo Mario Diana. Per l’Udc c’era il solo segretario e ancora per poco assessore Giorgio Oppi, per i Riformatori il coordinatore Michele Cossa, per il Psd’Az il neo segretario Giovanni Colli, che per la sua prima uscita si è fatto affiancare da altri due esponenti dei 4 Mori, per l’Mpa Franco Cuccureddu, in rappresentanza anche dell’Uds di Mario Floris. C’era anche Raffaele Farigu per i Socialisti (non rappresentati però in Consiglio).
Già prima della riunione, sulla base delle dichiarazioni, si è capito che sarebbe stato un vertice interlocutorio. Colli: «Non è una novità che da noi gli organi locali vengano lasciati liberi di decidere autonomamente. Sarebbe impossibile diversamente: le dinamiche locali impongono questo tipo di scelta. Il Psd’Az ragiona sulla base dei programmi». Cuccureddu: «Per amministrative la linea deve essere per noi quella del federalismo a livello locale: ogni coordinamento provinciale farà le sue scelte». Oppi: «Se ci sono le condizioni faremo alleanze organiche». Diana: «Abbiamo lavorato bene, questa maggioranza può essere riconfermata». Cossa: «Visti i risultati positivi ottenuti finora, si può puntare su questa alleanza anche a livello locale».
Al termine dell’incontro solo bocche cucite. Ma qualcosa si è saputo. Ad esempio che il Psd’Az è ormai vicinissimo all’alleanza con il Pd a Sassari (dove governa già col centrosinistra) e che il Pdl è disposto a concedere una deroga rispetto alla richiesta di confermare dappertutto il centrodestra. Ma l’Udc ha risposto che «se ci sono deroghe, non ci devono essere veti». Il riferimento è forse alla candidatura del presidente uscente della Provincia del Sulcis, Gaviano, che ha lasciato il Pdl per l’Udc e che l’Udc vuole mettere alla guida del centrodestra (che però non lo gradisce). E Colli ha confermato la linea del Psd’Az per le «mani libere»: decideranno le «federazioni provinciali».
Di fronte alle posizioni dei centristi (che in alcuni casi potrebbero allearsi col Pd, in altri potrebbero presentarsi da soli per essere decisivi al secondo turno), Delogu ha replicato: «Mani libere anche per il Pdl». Che fate - gli ha risposto qualcuno - vi alleate col Pd? «No - ha risposto Delogu - ma dove ci conviene ci presenteremo da soli senza essere costretti a comporre l’intera coalizione». Nettamente a favore della conferma del centrodestra dappertutto si è detto Cossa.
Una via d’uscita è stata suggerita da Cuccureddu anche a nome di Floris: «Prima di parlare di alleanze locali, facciamo la verifica di quella regionale per rimettere le cose a posto». Dopo, secondo quello che ha detto Cuccureddu agli alleati, sarà più facile per tutti, pur nell’autonomia dei dirigenti locali, dare una indicazione preferenziale per il centrodestra.
Alla fine il vertice è stato rinviato senza una nuova data. Per litigare ancora non c’è fretta.