Arte. A Cagliari fino al 6 gennaio le opere di Mencherini
Il 17 dicembre 1903, a Kitty Hawk, Stati Uniti, Wilbur ed Orville Wright per la prima volta si alzarono in volo con un velivolo a motore di loro costruzione. Pochi secondi che cambiarono il corso della storia. Ventisei anni dopo, il 1929, venne redatto il Manifesto dell'Aeropittura firmato, tra gli altri, da Marinetti, Balla, Depero, Dottori, Prampolini, Somenzi: l'espressione dell'entusiasmo per il volo, la celebrazione del dinamismo e della velocità. Marcella Mencherini, artista aretina, al Lazzaretto di Cagliari fino al 6 gennaio, attinge a quell'immaginario per sviluppare la sua ricerca pittorica. L'esposizione, ultimo di una lunga serie di eventi che l'Assessorato comunale alla Cultura ha dedicato al centenario della nascita del Futurismo, è divisa in due sezioni: "Ali per il volo" e "Ali della fantasia". Un'esperienza coinvolgente per il visitatore che passa dalle narrazioni di imprese della storia dell'aeronautica ad emozionanti fantasie aeree, intime e surreali, che sembrano dialogare con la musica alla ricerca di un'armonia assoluta di forme e colori. Prospettive altissime, scorci arditi si spalancano alla vista dello spettatore che viene catturato dalle vertiginose fughe celesti. C'è dietro la lezione puntinista di Seurat, la memoria del ritratto di Felix Feneon, dipinto da Signac nel 1890. Un sapiente uso del colore di matrice divisionista scandisce lo spazio per piani e crea spesso caleidoscopici cerchi concentrici o spirali in cui aria, terra e acqua si confondono nell'esaltazione piena e totale della luce e del movimento.
Eroe "immobile" di questo scenario in divenire, è il velivolo: l'S.55, il CR 42 o il mitico F104. Marcella Mencherini ne esalta le linee e la plastica bellezza fino a celarlo nell'astrazione assoluta di “Volo supersonico”, un olio del 2009. C'è una volontà di sintesi ben testimoniata da un dipinto come “Le Crociere” in cui, in un'esemplare veduta simultanea, l'artista indugia sulla Statua della Libertà e su Santa Sofia di Costantinopoli per raccontare alcune storiche crociere di massa. Episodi lontani come quello che celebra il centenario del primo volo a motore, in un'incredibile sinfonia di grigi e azzurri, e imprese a noi più vicine come nell'opera che descrive il volo degli elicotteri italiani sul territorio iracheno durante la missione Antica Babilonia. Il Rombo assordante dei motori si attenua. Su tutto domina il ritmo crescente del Bolero di Ravel. Le linee curve danno ora slancio al movimento sensuale di un tango appassionato o diffondono l'eco lontana della musica di un fumoso piano bar. «Sono immagini che spaziano in libertà in un mondo sospeso tra il fantastico e l'intimistico», spiega l'artista. Prendono spunto dalla natura, dal sogno, dal mistero delle maschere del carnevale che sotto un cielo cupo sembrano volersi opporre al futurista “uccidiamo il chiaro di luna”.
MARZIA MARINO
15/12/2009