Autorità portuale e Cacip: via al piano di sviluppo, la Regione avalla. Contship: c'è il modello-Tangeri
Forse entro febbraio la gara per la gestione
Entra nel vivo la zona franca doganale e il distretto industriale del porto di Cagliari. Ieri la presentazione del piano di sviluppo.
La zona franca doganale e il distretto industriale di Cagliari sono quasi una realtà. Ieri, durante un convegno tenuto dall'Autorità portuale, è stato messo un altro mattone per l'attuazione del piano di sviluppo di cui si discute da decenni. Progetto che ora verrà presentato a istituzioni e associazioni per ricevere pareri utili a migliorarne l'attuazione. E intanto ieri l'assessore regionale ai Trasporti, Liliana Lorettu , ha confermato l'interesse della Giunta.
IL PIANO La zona franca avrà un'estensione di circa 139 ettari e sarà affiancata da un distretto della nautica di circa 131 ettari su cui potranno insediarsi le aziende (dalla trasformazione dei prodotti all'assemblaggio) che dovranno diventare un motore di sviluppo per l'economia del territorio. Gli investimenti, di cui ancora non si conosce l'importo, serviranno per dotare la zona di infrastrutture e servizi di alto livello. Le aziende che decideranno di fermarsi nella Free zone, inoltre, potranno ricevere agevolazioni fiscali, mentre per le altre c'è la possibilità di sovvenzioni pubbliche.
TEMPI Ormai a una svolta la querelle sulla cedibilità dei terreni (è stata stabilita l'inalienabilità), si deve guardare a come attuare il progetto. «Difficile però parlare di tempi», avverte Paolo Fadda , presidente dell'Autorità portuale. «Di sicuro il 17 dicembre lo statuto e i patti parasociali saranno messi al vaglio di Free zone, dando la possibilità ad altri soggetti di entrare nella società ora composta da Cacip e Autorità portuale». La bozza del piano, invece, sarà approvata non prima di un mese e subito dopo si procederà al bando di gara per selezionare chi gestirà la zona franca (forse entro febbraio).
MINISTERO E a sottolineare la giusta strada intrapresa con il progetto è stato anche il direttore generale del ministero dei Trasporti, Cosimo Caliendo . «Il Governo guarda con attenzione allo sviluppo degli hub portuali d'Italia, e Cagliari è uno di questi, considerando la posizione geografica e i risvolti sull'economia locale». L'importante «è fare sistema», visto che le risorse pubbliche sono ridotte, «sebbene le Autorità portuali dispongano dei vecchi finanziamenti non spesi». Una mano però dovrebbe arrivare dall'autonomia finanziaria.
L'ESEMPIO Per far comprendere le potenzialità del piano, Domenico Bagalà , amministratore delegato della società che gestisce il terminal container (la Cict, gruppo Contship), ha evidenziato i punti di contatto con il porto marocchino di Tangeri (dove Bagalà ha lavorato), cresciuto in modo esponenziale in 3 anni. «Le due città hanno caratteristiche similari e sono al centro della rotta ideale delle merci: tra Gibilterra e Suez». Dall'avvio, nel 2001, la zona franca nordafricana ha raggiunto la saturazione degli spazi (250 ettari) nel 2004 con circa 250 imprese insediate, tanto da dover allargare ancora la zona per ospitarne un altro centinaio. «Gli elementi che si sono rivelati vincenti potrebbero ora essere sfruttati qui», dice Bagalà. In particolare, la banchina potrebbe essere suddivisa in lotti di grandezza variabile (favorendo l'arrivo di piccole realtà). Importante anche il ruolo del gestore della Free zone, «che dovrà snellire al massimo la burocrazia».
ANNALISA BERNARDINI
11/12/2009