Ieri nei vicoli del centro storico adrenalina e spettacolo per la prima edizione dell'Urban downhill
I ciclisti: Cagliari in tre anni può diventare una tappa internazionale
Oltre 60 ciclisti in gara ieri per la prima edizione della manifestazione di discesa in bici nel centro storico.
L'odore inconfondibile del bollito. Le campane che suonano a festa. Le urla della gente. Il rumore dei copertoni nelle scalinate e dei cuscinetti dei pedali. Il fischietto dei giudici. Per un giorno Castello è una montagna: al posto dei sentieri le strade. Da percorrere in discesa a tutta velocità su una bicicletta, senza paura. Sfiorando le transenne, i muri, le persiane delle finestre del quartiere storico. Da piazza palazzo a piazza Yenne. Tanto spettacolo e adrenalina, ieri mattina, per la prima edizione del King of the Castle - urban downhill una gara di discesa in sella a mostri a due ruote che possono costare anche 15 mila euro.
L'INIZIATIVA Una competizione di mountain bike che da alcuni anni è diventata una delle attrazioni sportive e turistiche di Lisbona, Rio de Janeiro e Bergamo, città arroccate su una montagna da dove si scende di corsa tra viuzze, portici e scalinate. «Una scommessa per noi e per gli sponsor. Una scommessa anche per gli abitanti che porteranno il quartiere e i suoi molti problemi all'attenzione dell'intera città», afferma Gian Domenico Nieddu, organizzatore della manifestazione. E la sfida va a favore di chi ha promosso la gara. Spettacolo, soprattutto, ma anche, finalmente, il centro storico senza auto. Certo qualcosa deve essere limato, migliorato. Ora bisogna lavorare per portare la tappa cittadina a livelli internazionali. È possibile.
LA GARA Sin dalle prime ore del mattino in piazza Palazzo il clima è elettrizzante. Ciclisti con casco integrale e protezioni provano il circuito. In 64, provenienti da tutta Italia, sono pronti per partire dalla rampa di piazza Palazzo. Non c'è distinzione d'età: ci sono bimbi, professionisti, master. Per la cronaca il Castello è stato conquistato da un piemontese, un tempo erano stati cacciati, ma è solo un dettaglio. Tutti i partecipanti sono rimasti soddisfatti. Unica pecca i tempi morti e il percorso, agevole, tecnico e spettacolare, ma non a misura di spettatore. Impossibile, per chi magari aveva assistito alla partenza, arrivare in tempi utili nei punti più belli: nelle viuzze il passaggio era riservato ai ciclisti.
I COMMENTI Mauro Fassina arriva da Padova. «È un evento ben organizzato. Scendendo è bello vedere la gente. Di solito gareggiamo tra i boschi, dove non c'è nessuno». Nico Coccia, dello stesso team, analizza la gara. «Il percorso è molto tecnico, ma è pulito, non è necessario compiere gesti eccessivi, pericolosi. In tre anni Cagliari può diventare una tappa internazionale. Il messaggio che vogliamo dare è chiaro: guardate che bello, nessuno si fa male». E le cadute sono messe nel conto, ma grazie a protezioni, allenamento ed esperienza finiscono con qualche graffio. L'unico che ieri è dovuto ricorrere alle cure dei medici è stato Gianmario Pintore di Olbia, scivolato nella discesa di via Università. Alessandro Misino, biker romano, è entusiasta. «Cè qualcosa da aggiustare nell'organizzazione, ma la città è splendida e accogliente, si mangia bene». Tornerà? «Certamente con la mia fidanzata. È appassionata di fotografia e qui gli scenari sono incantevoli».
I CONSIGLI Andrea Delugas, secondo a 2" dal vincitore, ha un consiglio da dare agli organizzatori. «La prossima volta fatela di notte: la gara sarebbe ancora più bella».
ANDREA ARTIZZU
09/12/2009