Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I bagni, la spiaggia e l'anarchia del Poetto

Fonte: L'Unione Sarda
9 giugno 2008

Arenile e servizi igienici puliti (tranne la notte), baretti più grandi. Difficile governare il lungomare

Manca il piano del litorale, ogni struttura si espande autonomamente
Il presidente della commissione urbanistica chiede alcuni accertamenti sull'allargamento di alcune concessioni demaniali.
I bagni (tranne uno) sono aperti, finalmente. E anche puliti. Peccato manchino le docce esterne. E che quelli dei disabili siano chiusi, per qualche ragione così misteriosa che nemmeno l'assessore alla Pianificazione dei servizi, che li governa, la conosce. «Mi informerò lunedì», risponde Gianni Giagoni.
È pulita anche la spiaggia. E questo significa che due dei problemi storici del litorale (spiaggia sporca e bagni chiusi e luridi) sono stati risolti. Finalmente.
Ciò che non cambia, al Poetto edizione 2008, è l'architettura - diciamo spontanea - di baretti e stabilimenti. Significa che a 20 anni esatti dalla presentazione dei primi studi di ristrutturazione e a 9 dalla stesura del Pul, il Piano di utilizzo del litorale, quello che stabiliva che tutto sarebbe dovuto essere demolito e ricostruito con la forma dei casotti, non è cambiato nulla.
Infatti, a percorrere il lungomare (a proposito, la ztl ora viene rispettata) emergono evidenti incongruenze. Alcuni chioschi-stabilimento, come lo storico Le Palmette e il penultimo nato Emerson, continuano ad espandersi, altri - l'Oasi - nascono in ossequio a progetti redatti vent'anni fa. Chi non le aveva già costruite ha aggiunto vetrate avvicinandosi ai concorrenti confinanti, qualcuno ha modificato i prospetti, c'è chi ha aggiunto nuove insegne. C'è dinamismo, voglia di crescere. Anche troppa. Ci sono strutture belle, indubbiamente. Ma è impossibile non osservare che il Poetto è un lungomare sempre più anarchico, sia architettonicamente che sul piano della disparità degli spazi. C'è chi ha 5000 metri quadri di concessione chi 300. E ogni volta che qualcuno si allarga, lo fa anche il vicino approfittando, talvolta, di carenze nella sorveglianza. Peraltro a decidere se concedere o no gli spazi, oggi, non sono Regione e Comune, ma talvolta il Tribunale amministrativo regionale. Un caos, come per l'edilizia privata. «Ho chiesto alcuni accertamenti», informa Massimiliano Tavolacci, presidente della commissione urbanistica del Consiglio comunale. Che aggiunge: «La Regione sta complicando le cose».
Del resto a nove anni dall'ultima stesura il Pul deve essere adeguato al Piano paesaggistico. Il Comune attende indicazioni dalla Regione, che il 22 maggio ha emanato nuove direttive, modificando quelle del 2006, sulle quali il Comune aveva già ragionato. Uno dei problemi insuperabili sembra essere la distanza tra le strutture: la Regione ha stabilito che le concessioni devono occupare al massimo il 35% del litorale e devono distare almeno 100 metri l'una dall'altra Al Poetto alcune distano 80. «E che facciamo li buttiamo giù?», obbietta Sergio Maxia, leader della Poetto Service. Impossibile. Anche perché, osserva, Gianni Campus, assessore all'Urbanistica, «il Poetto non può essere considerato un litorale come gli altri ma è un quartiere». Infatti fu per questo, tra molte polemiche, che fu escluso dai confini del parco di Molentargius.
Dunque «fare il Pul significa tutelare imprenditori, cui si danno certezze sugli investimenti, e cittadini», dice Maxia. E dare certezze anche al Comune, che nel ridisegnare Marina Piccola, nell'incentivare l'albergo diffuso, nel varare la pedonalizzazione - per ora parziale - dovrebbe agire nel rispetto del Piano di utilizzo del suo litorale. Che non c'è.
E i bagni? A qualcuno è capitato di trovarli sporchi. Ed ha protestato al Comune. Un caso? Di giorno sì. Diverso la notte, quando l'inciviltà impera, complice l'elevato tasso alcolico. Anche perché dovrebbero essere puliti due volte al giorno (ieri alle 12 erano lindi) e restare aperti dalle 8 alle 24. Il problema sono i rubinetti e le docce, rubati durante l'autunno, e che ieri esistevano solo nei due bagni della prima fermata, i più lindi. Non a caso sono stati i primi ad essere ristrutturati, le scorse settimane. Gli altri, garantisce Giagoni, saranno ristrutturati entro un mese con 110 mila euro. Resta il giallo dei bagni dei disabili. E qui il Pul non c'entra. (f. ma.)

08/06/2008