Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Molentargius, stagno (e casse) a secco

Fonte: L'Unione Sarda
9 giugno 2008

Parco. Il livello delle acque è basso: dovrebbe essere controllato dalla Regione

Il direttore: «Senza soldi si rischia il disastro ambientale»
L'evaporazione ha fatto calare il livello dello stagno. Per ora è ancora sotto controllo, ma il Parco non ha più soldi per la manutenzione.
In alcuni punti, guardando in controluce, si vede il fondo. Colpa del caldo. E dell'evaporazione: «Il livello dello stagno è basso ma siamo ancora nelle medie stagionali. Per ora, è sotto controllo. Ma in futuro, se continua così, ci sarà un grave rischio ambientale». Che non si limiterebbe né a un pericolo per i fenicotteri, né all'ennesima moria di muggini. Ma significherebbe qualcosa di più serio: «Lo stagno potrebbe prosciugarsi».
Mariano Mariani, direttore generale dell'Ente Parco, deve fare i conti con le due risorse che mandano avanti Molentargius.
Risorsa numero uno: l'acqua. Risorsa numero due: i soldi. Purtroppo per lui - e soprattutto, per la laguna -, scarseggiano entrambe.
Ogni anno la gestione del sistema acque costa un milione e quattrocento mila euro. Fondi necessari per far funzionare le pompe che tengono sotto controllo il livello della laguna ed eseguire i lavori di manutenzione ordinaria. Pulire i canali ostruiti, intervenire sugli argini, che sono vecchi e, a volte, crollano.
Ma ora che la proprietà delle saline è passata dai Monopoli di Stato al demanio della Regione, la competenza del livello delle acque dovrebbe cambiare: «Noi stiamo continuando ad occuparcene in attesa del passaggio definitivo, ma servono soldi. Anche da questo punto di vista, siamo agli sgoccioli». E così i 500 mila euro ricevuti all'inizio dell'anno stanno finendo. Per coprire tutto il 2008, sarebbe necessario moltiplicarli per tre. «Nel giro di un paio di mesi potremmo non riuscire più a pagare le bollette», spiega Mariani.
Sul piatto, adesso, c'è anche un altro progetto. Cioè quello proposto nei giorni del passaggio Stato-Regione: la ripresa della produzione del sale e la trasformazione di una parte della cubatura (35 mila metri in tutto) delle Saline in strutture termali. Poi un museo e un angolo dedicato al merchandising.
«Con questi obiettivi, ci servono almeno 6 milioni di euro».
Anche perché il proprietario precedente dell'area e delle strutture, cioè i Monopoli, hanno sempre speso il minimo indispensabile per la manutenzione. E sia i capannoni che le case (dieci villette a due piani all'ingresso del Parco) avrebbero bisogno di un intervento.
Ma le casse dell'Ente, per ora, piangono. A secco. Come lo stagno.
MICHELE RUFFI

07/06/2008