Rassegna Stampa

Il Sardegna

Spalti nuovi e già da buttare buco da un milione allo stadio

Fonte: Il Sardegna
1 dicembre 2009

Sant'Elia. Secondo i tecnici l'impianto è agibile: per adeguarlo alle norme Uefa basta la ristrutturazione

A tanto ammontano le spese del 2004 per rifare il secondo anello rimasto inutilizzato Italia Nostra scrive una lettera-appello al sindaco Floris: «No alla demolizione»

Ennio Neri cagliari@ilsardegnablu.it ¦

Il buco nello stadio. Un milione di euro speso nel 2004 per recuperare il secondo anello, po mai utilizzato. E che, ora, probabilmente, sarà buttato giù, assieme al resto del Sant'Elia, per avere l'ok dell'Uefa. Se, come sembra, il Cagliari dovesse aggiudicarsi, la gara per la realizzazione del nuovo stadio.
UTILIZZO di denaro pubblico al centro dell'esposto già presentato alla Corte dei Conti dall'ex consigliere regionale Carlo Dore, assieme (come danno erariale in fieri) all'ipotesi demolizione, sulla quale concordano Cellino e Floris. Ma a sostenere il partito anti-abbattimento, ci pensa la relazione tecnica del Comune: che conferma come il Sant'Elia si regga benissimo in piedi, oltre a ritenere sufficiente, per l'adeguamento dell'impianto alle norme Uefa un intervento di demolizioni e ricostruzioni parziali.
NEL 2001 scatta l'allarme crolli al Sant'Elia: calcinacci volano dal secondo anello della curva Sud. Cellino spende 3 milioni di euro per sistemare le tribune metalliche sopra la pista di atletica davanti alle due curve e ai distinti per consentire i lavori sulle gradinate. L'intervento si svolge nell'estate 2004, quando con un milione di euro comunali la Edil.Co di Quartu impermeabilizza il secondo anello (ci saranno altri interventi sulle curve e sul settore ospiti). Ma a lavori finiti, le tribune restano in piedi e le gradinate non vengono utilizzate. Anche grazie a quell'intervento, oggi lo stadio è perfettamente agibile. Lo scrive il dirigente del servizio Cantieri Mario Mossa nella relazione tecnica sull'impianto. Pronto a specificare che le «strutture in calcestruzzo, essendo l'impianto dotato di agibilità, sono idonee dal punto di vista statico ed impiantistico», pertanto, secondo il dirigente per l'adeguamento alle norme Uefa serve un intervento di ristrutturazione. E individua due strade, entrambe di pari dignità: la prima parla di «un insieme di interventi parziali di demolizione e ricostruzione » ed è l'opzione preferita dall'opposizione e da Gigi Riva, la seconda guarda a una «totale demolizione e ricostruzione » ed è l'ipotesi che piace a Cellino e al sindaco Emilio Floris. Quanto poi alle strutture indispensabili imposte dalle norme Uefa (spazi per la stampa, sky box, ecc.), sempre secondo Mossa, possono (volendo) essere integrate, come corpi aggiunti, all'attuale struttura. La demolizione non è dunque una strada obbligata, ma una scelta politica. Intanto una lettera-appello per evitare la demolizione dello stadio Sant'Elia è stata inviata dal presidente di Italia Nostra Sardegna, Fanny Cao, al presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ed al sindaco di Cagliari, Emilio Floris.