Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tommy Emmanuel, un chitarrista di genio e autoironia

Fonte: L'Unione Sarda
1 dicembre 2009

Personaggi Il concerto a Cagliari



Uno dei rischi che corrono i musicisti molto bravi tecnicamente, i virtuosi di uno strumento, è quello di indugiare troppo nell'esibizione della tecnica. Nel compiacersi un po' della propria bravura. Il chitarrista australiano Tommy Emmanuel - domenica in concerto al Teatro Lirico a Cagliari - è sicuramente uno dei migliori al mondo per complessità tecnica e verve, e certo il fatto che sia bravo lo dimostra in ogni modo. Riesce a prendere la chitarra e a farci letteralmente quello che vuole. Nel live cagliaritano però il compiacimento è stato mitigato da un atteggiamento di fondo molto divertito, carico di humour e (in fondo) di autoironia.
I modi in cui segnalava con le espressioni facciali i passaggi più complicati, i cambi di passo sorprendenti, erano quelli di un musicista che aveva voglia di divertirsi a suonare e di far divertire la gente in sala - che peraltro mostrava di apprezzare parecchio la perizia tecnica del musicista.
In modo molto istrionico ma senza spocchia: e questo forse è uno dei complimenti migliori che gli si possano fare. Emmanuel domenica è riuscito a tenere il palco per quasi due ore, proponendo il suo repertorio equamente diviso tra pezzi originali e rivisitazioni di classici altrui - ad esempio Moon River di Henry Mancini, i Beatles di Here Comes the Sun e Michelle , resi un bel po' più complessi dell'originale - passando con grande maestria da fasi più intime ai momenti più energici, quelli per cui è unanimemente riconosciuto: tra blues acustico, pop e rock.
Uno dei momenti migliori del live è stato quando ha realizzato un pezzo intero usando la chitarra come strumento percussivo, battendo con le mani su alcune parti dello strumento e usando anche il microfono per creare percussioni (a un certo punto colpendolo pure con la testa…). «Mi chiedono perché non faccio ginnastica, ma la mia ginnastica è questa», ha scherzato dopo, ormai col fiatone. Durante il concerto ha raccontato anche del primo disco ricevuto («dischi? Conoscete i dischi? Quegli oggetti tondi col buco al centro…», scherza ancora Emmanuel), un regalo del padre quando aveva appena quattro anni, Guitar Boogie , ovvero il pezzo che gli fece amare immediatamente la chitarra e lo fece cimentare nel suono dello strumento, sempre da autodidatta. Ha aperto la serata il concerto Francesco Piu, sassarese trapiantato a Milano, classe 1981, talento in ascesa della scena blues acustica italiana che ha mostrato buona verve e grande perizia tecnica, anche nel duetto con Emmanuel che lo ha richiamato con sé sul palco, in un omaggio a Steve Ray Vaughan.
ANDREA TRAMONTE

01/12/2009