Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il Castello fu abitato dai Romani»

Fonte: L'Unione Sarda
1 dicembre 2009

Importante scoperta durante la campagna di scavi sotto il bastione di Santa Caterina

A 6 metri di profondità trovate ceramiche e resti umani

Speravano di trovare i resti della chiesa della Beata Vergine degli Angeli, ma hanno rinvenuto frammenti di età romano-repubblicana che indurranno gli studiosi a riscrivere la storia della città.
Speravano di trovare i resti della chiesa della Beata Vergine degli Angeli. Invece hanno rinvenuto frammenti archeologici di età romano-repubblicana che costringeranno gli studiosi a riscrivere parte della storia della città.
È una scoperta importante quella che gli archeologi hanno fatto durante la campagna di scavi sotto il bastione di Santa Caterina, avviati con un finanziamento di 300 mila euro per trovare la causa delle infiltrazioni d'acqua nella Passeggiata coperta.
Nel corso della campagna, iniziata ai primi di settembre, Sabrina Cisci, archeologa incaricata dal Comune di seguire gli scavi in Castello, e Maria Luisa Mulliri, architetto-archeologa funzionario dell'assessorato ai Lavori pubblici del Comune, hanno trovato una serie di sorprese: cisterne, ceramiche, ossa umane e quella che sembra la parete di un sarcofago. Significa che qualcuno ci viveva. Chi? La prova che si trattasse di romani è stata data dall'elevata concentrazione di ceramiche puniche ma soprattutto di età romano-repubblicano, del terzo avanti Cristo, e di una parete con intonaco in cocciopesto e malta idraulica, materiale utilizzato per impermeabilizzare. Ma che ci fosse la Fontana Bona, costruita attorno al 1400, si sapeva.
LA PROVA I romani, dunque, si insediarono nel quartiere, ben oltre la fascia di territorio dove sono state trovate ampie tracce, tra via De Magistris e Bonaria passando per la Marina e il porto (ma secondo alcuni studiosi ci sono testimonianze chiare alla Cittadella dei musei). Per Cisci «nel resto della città, Castello compreso, la presenza romana era solo un'ipotesi», sostiene Cisci. «Ora i testi di cui disponiamo ed il materiale che abbiamo trovato ci danno importanti riscontri», spiega ancora l'archeologa.
OSSA UMANE Nella cavità, scavata per circa sei metri sotto il bastione sono stati trovati anche frammenti di ossa umane e una lastra quadrangolare che potrebbe essere la chiusura di un sarcofago. Gli archeologi ne avranno la certezza entro pochi giorni, andando avanti con gli scavi ancora per cinquanta centimetri.
VARIE EPOCHE Certo è che nell'area di scavo sono state trovate testimonianze di varie epoche, del 1300, del 1500. «Certamente è stata un'area molto frequentata in varie epoche», spiega Cisci.
LA CHIESA Infatti non è ancora esclusa l'ipotesi formulata nel 2007 dopo le indagini georadar effettuate, sempre sul bastione di Santa Caterina, dal dipartimento di ingegneria del territorio dell'Università: e cioè che nello stesso sito in altra epoca ci fosse la chiesa della Beata vergine degli Angeli, edificata in periodo pisano verosimilmente sui resti del tempo di Iside. La pianta ha l'abside rivolta a sud, cioè verso il mare, e una navata lunga più di dieci metri. Alcune ricerche bibliografiche hanno indotto a ipotizzare che il tempio si trovi proprio lì. «Ma lo cerchiamo anche dalle parti della Sella del Diavolo», spiega Maria Luisa Mulliri.
I CAMMINAMENTI Nella parte più superficiale, un metro sotto la pavimentazione, sono stati trovati i resti di un sistema di canalizzazione e camminamenti costruiti in varie epoche che forse delimitavano una piazza. Di sicuro, sostengono gli archeologi, prima del bastione di Santa Caterina (che sorse nel 1530 assieme al monastero delle monache domenicane sulle cui ceneri è sorta l'attuale scuola) c'era il bastione del “Trabucco” (un'antica unità di misura di lunghezza usata in Lombardia, Piemonte e Sardegna) da dove venivano lanciati i proiettili in calcare in caso di attacco dal porto.
ATTRATTIVA TURISTICA Le operazioni di scavo proseguiranno ancora a lungo. «Copriremo i resti delle testimonianze romane con una lastra trasparente e faremo in modo che questo pezzo di storia della città sia visibile a tutti», spiega l'assessore ai Lavori pubblici Raffaele Lorrai. Che sogna un collegamento sotterraneo con la Passeggiata coperta, i cui lavori hanno rivelato le straordinarie mura pisane divenute patrimonio della città. «Per realizzarlo il Comune ha chiesto un ulteriore finanziamento di 800 mila euro all'assessorato regionale alla Cultura». Per inciso: l'origine delle infiltrazioni d'acqua non è ancora stata trovata.
FABIO MANCA

01/12/2009