Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Intervenga la Corte dei conti

Fonte: La Nuova Sardegna
27 novembre 2009

VENERDÌ, 27 NOVEMBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari

Demolizione del Sant’Elia, secondo Carlo Dore «c’è un evidente danno all’erario»



Continua la polemica sull’appalto per il nuovo stadio



Il Comune non ha mai esercitato la funzione di controllo e la società rossoblù ha disatteso i patti della convenzione

CAGLIARI. Sull’ipotesi di rimozione del Sant’Elia intervenga la Corte dei conti. Secondo Carlo Dore, già consigliere regionale dei Democratici, la demolizione dell’attuale stadio è un atto «inaccettabile». Ed è «per questo ho presentato un esposto alla magistratura contabile», precisa Dore. Due sono gli aspetti contestati. Il primo punta il dito sul degrado della struttura sportiva. «Da questo punto di vista - spiega - le responsailità sono doppie. Da una parte ci sono quelle del Cagliari-calcio, a cui è stata data in concessione la struttura, negligente per la manutenzione non fatta. La seconda interessa l’amministrazione comunale che aveva il compito di controllare acchè l’accordo venisse rispettato». In entrambi i casi è stato prodotto un danno erariale visto anche «che alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, sullo stadio, sono stati investiti importanti finanziamenti in vista dei mondiali del 1990».
Il secondo aspetto della denuncia «riguarda un danno che può essere considerato in fieri - continua Dore - si parla infatti di demolizione della struttura in vista della costruzione di un nuovo impianto». Un fatto, «la rimozione, non possibile in quanto lo stadio di Sant’Elia è un bene patrimoniale indisponibile del Comune perchè risponde a esigenze di pubblica utilità: è un grave pasticcio amministrativo. Direi che si trata di un’operazione di “creatività” amministrativa illegittima».
Per Dore, inoltre, la rimozione sarebbe un «misfatto, non solo sotto il profilo economico, ma anche morale. Il Sant’Elia è, infatti, il tempio dello sport sardo; il luogo dove è stato celebrato lo scudetto, conquistato nel 1970 da Gigi Riva e dai suoi compagni, ospitando la Coppa dei Campioni; il prestigioso teatro di alcuni incontri della nazionale di calcio, di esaltanti riunioni internazionali di atletica leggera, dei Giochi nazionali della gioventù e di quelli delle minoranze etniche internazionali». Non va poi dimenticato, sottolinea Dore, che «l’attuale struttura, come l’ha definita Gigi Riva, il più prestigioso rappresentante dell’intero mondo sportivo regionale, è “lo stadio olimpico della Sardegna”, cioè l’unico impianto sportivo dell’intera isola idoneo ad ospitare grandi manifestazioni sportive di carattere internazionale, valutato non meno di 50 milioni di euro».
Infine, per il firmatario dell’esposto «si tratta sicuramente - sebbene non compreso nel relativo elenco - di un bene identitario, espressione delle tradizioni e della cultura sportiva dell’intera Sardegna». (r.p.)