Finanziaria. Il patto di stabilità mette in pericolo i risultati della vertenza sulla compartecipazione ai tributi
Il Pd: le risorse per la Sardegna non ci sono La Spisa: la riforma è ancora incompleta
«Il governo non è in grado di erogare le nuove entrate che spettano alla Sardegna». Il grido d'allarme è giunto da Paolo Maninchedda, relatore di maggioranza della Finanziaria 2010 approdata ieri in Consiglio regionale. Il consigliere sardista ha spiegato come il patto di stabilità che vincola lo Stato rischi di non permettere lo stanziamento delle risorse necessarie a mantenere gli impegni assunti dal Governo Prodi nella Finanziaria 2007. Un grido d'allarme confermato dal deputato Giulio Calvisi che insieme ai vertici del Pd ha denunciato come nelle tabelle dei trasferimenti alle Regioni a Statuto speciale i fondi non sono stati aumentati, bensì diminuiti. Per questo il deputato gallurese ha invitato tutti i parlamentari sardi ad «impegnarsi contro l'ennesimo scippo ai danni dell'Isola», lanciando un appello a firmare un emendamento alla finanziaria nazionale che prevede lo stanziamento per la Sardegna di quasi 3 miliardi di euro che coprirebbe il miliardo e 800 non trasferito dallo Stato per il 2010 e le spese per la sanità e i trasporti. Sul fronte opposto, il deputato del Pdl Mauro Pili ha chiesto al Governo e al Parlamento di fare chiarezza sulla finanziaria regionale 2006 e sulla decisione di far gravare sanità e trasporti sul bilancio regionale. In Aula, dopo una giornata caratterizzata anche dalla protesta dei sindaci contro i tagli al Fondo per gli enti locali, è poi intervenuto l'assessore al Bilancio Giorgio La Spisa che ha sottolineato come il nuovo regime di entrate sia già in vigore. «La riforma deve soltanto essere completata con la modifica del meccanismo del patto di stabilità che ora impedisce l'utilizzo delle risorse».