DOMENICA, 22 NOVEMBRE 2009
Pagina 2 - Cagliari
Studenti fuori sede, dismissioni e recuperi nel cuore della città per 116 milioni di investimento
L’ente regionale per il diritto allo studio Ersu presenta il nuovo piano
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Un piano per milleottocento posti letto, più cinquecento in ospitalità diffusa nel centro storico e altrettanti per la cittadella universitaria di Monserrato. Questo il piano presentato ieri dall’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio.
Sono venticinquemila gli universitari fuori sede, che abitano in posti non raggiungibili in giornata: oltre la metà degli iscritti (circa quarantamila). Di questi milleottocento hanno diritto a un alloggio per merito e reddito dei familiari. Mentre oggi la disponibilità dell’Ersu è di 990 posti letto. Da qui l’esigenza di un piano di sistemazione e riassetto dell’ospitalità dei fuori sede, ha affermato ieri il presidente dell’ente Giancarlo Nonnoi, affiancato da Gian Paolo Marchi, come coordinatore tecnico del progetto nella sua qualità di direttore del dipartimento di Ingegneria del territorio dell’ateneo cittadino.
L’indicazione per il piano è arrivata dalla Regione (l’Ersu è un ente strumentale del governo dell’isola) con l’allegato alla finanziaria dell’agosto del 2009 in cui si danno sessanta giorni per presentare un intervento straordinario: per rispondere alle esigenze di un alloggio degli studenti. L’antefatto rimanda al discorso sul campus universitario nell’ex semoleria di viale La Plaia (di cui si parla in un altro articolo), predisposto dalla passata Giunta regionale e poi respinta dal Comune per eccesso di cubature.
La finalità del piano, ha spiegato Nonnoi (che è anche docente di filosofia nell’università di Cagliari), punta alla razionalizzazione del patrimonio dell’Ersu «con l’obiettivo di avvicinare gli insediamenti studenteschi alle strutture della didattica». Oggi, ad esempio, l’unica «casa» che si trova vicina alle facoltà è quelle di via Trentino. Ma il problema è anche legato alla gestione e alla necessità di non ridurre a dormitori gli spazi per gli universitari.
In questa prospettiva, come metodologia, l’Ersu ha coinvolto il Comune, la Regione e l’università al fine di armonizzare le diverse esigenze. Il piano, inoltre, non ha dato per scontato l’utilizzazione dell’attuale patrimonio di case e strutture dello studente. Sono stati invece ipotizzati diversi scenari possibili, che prevedono: sia la dismissione di parte degli immobili attuali dell’ente, sia l’acquisizione di nuovi. Il che significa, ad esempio, che l’Ersu potrebbe cedere l’ex hotel Moderno (oggi casa dello studente, che ha costi molto alti di gestione) e altri caseggiati (come quello di Mulinu Becciu, che pur avendo spese basse, è molto decentrato rispetto ai luoghi della didattica). E acquisire locali storici interni al perimetro delle facoltà (dal San Giovanni di Dio all’ex tribunale militare ecc.).
Il lavoro presentato ieri, composto da una relazione di circa duecento pagine (realizzata dal dipartiemnto di ingegenria con l’apporto di molti studenti e costato ventimila euro) punta molto anche sulla gestibilità. Il piano, da realizzarsi in sei anni, ha un costo di 143 milioni di euro, con ricavi (per le dismissioni) di 26 milioni e 500mila euro, e una spesa effettiva di 116 milioni e mezzo. Mentre il campus progettato da Da Rocha per l’ex semoleria sarebbe costato 105 milioni.