Sarà aperta questa sera alle 18 l'esposizione di pupazzi realizzati nel dopoguerra
Vittorio Sgarbi inaugurerà la mostra allestita a Palazzo Regio
Sarà il critico d'arte Vittorio Sgarbi, oggi alle 18, a inaugurare la mostra sulle opere delle sorelle Coroneo, allestita a Palazzo Regio.
L'amore di Vittorio Sgarbi per le opere delle sorelle Coroneo nasce dieci, forse vent'anni fa in un negozio d'antiquariato e ha la forma di una bambola di panno, che stringe in mano un vasetto con un fico d'india. «Fece una ricerca per risalire all'autore di quel pupazzo», racconta Anna Maria Cabras, organizzatrice delle esposizioni dedicate alle artiste-artigiane di Cagliari. E alla fine si trovò in un mondo di pezza e carta colorata, spicchio degli anni Trenta e Quaranta.
LA MOSTRA Oggi alle 18 verrà inaugurata la mostra di Palazzo Regio, in piazza Palazzo. «Esporremo opere in panno lenci e collage di carta da parati, pupazzi fatti nel dopoguerra». E ovviamente l'ospite d'onore sarà proprio il critico d'arte di Ferrara, che insieme a Marco Peri ha lavorato alla pubblicazione di un catalogo (Coroneo: l'opera di due sorelle artiste artigiane, Edizioni Ilisso) che verrà presentato stasera. Un'arte unica che attirò l'interesse di critici e artisti. Nicola Valle, Ugo Ojetti, Giuseppe Biasi, Eugenio Tavolara, Ubaldo Badas, Gio Ponti arrivarono ad apprezzare le sorelle Giuseppina e Albina, che si auto-definivano solo «modeste artefici d'ago e di carte colorate». Due donne che si dichiaravano semplici, anche se molto sensibili. Prima e secondogenita di una famiglia benestante, cagliaritane autentiche, con casa in Castello e poi nella Marina, nei pressi del Mercato Vecchio.
SGARBI Oggi, come scrivono gli esperti, la «loro reputazione non è ancora pari al merito». Scrive Sgarbi: «I “pupazzi” delle Coroneo non sono solo bambole. Né sono giocattoli per bambini, perché nella maggior parte dei casi rispecchiano un mondo che è diventato adulto in modo parossistico, non escludendo la vecchiaia e la sofferenza, in forme assai lontane dalla spensieratezza infantile. In ciò consiste la dimensione universale, extra-femminile, delle Coroneo: nel riferirsi, cioè, a una condizione dell'uomo, dominata dall'insensatezza e dal dolore, in un pessimismo cosmico che solo raramente è attraversato da qualche brivido di ironia. Il tutto accentuato, grottescamente, dall'esprimersi attraverso forme simboliche che esemplificano al meglio, nel momento stesso in cui diventano arte e non più gioco, la distanza irrecuperabile con l'infanzia, ovvero con la fase della nostra vita più legata all'illusione della felicità».
ORARI La mostra sarà aperta al pubblico (orario: dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20) fino al 16 dicembre.
MICHELE RUFFI
21/11/2009