I commenti. Le accuse lanciate dai negozianti della zona: concorrenza sleale degli stranieri
Gli operatori del Largo al Comune: bisogna curare di più il centro storico
Il mantra va intonato prima di affrontare la questione. «Sia chiaro, non sono razzista». È la frase con la quale, inesorabilmente, inizia qualche discorso con i commercianti del Largo. Non vogliono passare per razzisti, proprio non ci tengono. E, per dimostrarlo, raccontano vari aneddoti. «Io razzista: come potrei esserlo? Mia figlia vive nel Qatar. Per me l'accoglienza è fondamentale», afferma uno dei commercianti. Il nome? No, quello proprio non lo vuol dire: sinora, nella “guerra” tra esercenti e ambulanti non ci sono state azioni cruente. Ma meglio non svegliare il can che dorme.
Pochi hanno voglia di parlare con nome e cognome. Tutti, invece, hanno il bisogno di esprimere tutto il loro malumore. Perché ce l'hanno tanto con gli ambulanti extracomunitari? «Perché», rispondono, «bloccano, ostruiscono il marciapiede, talvolta coprono le vetrine». Ma, soprattutto, quello che non va proprio giù è la situazione di illegalità. «Viene venduta roba taroccata, non vengono rilasciati scontrini fiscali, c'è l'occupazione abusiva del suolo pubblico», spiega Roberto Bolognese del Consorzio centro storico.
Tante lamentele sommesse. Ma c'è anche chi, per forza, è stato costretto a parlare in prima persona. Davide Marcello è stato coinvolto, giovedì scorso, nello scontro verbale con gli ambulanti. «Sino a qualche tempo fa», racconta, «la situazione era meno preoccupante. D'altronde, lo scorso anno, chiedendo cortesemente a un ambulante che aveva piazzato la sua merce davanti al mio negozio, sono riuscito a lasciare libero quello spazio. Ma, ultimamente, sono arrivati nuovi ambulanti, più giovani e decisamente meno propensi al dialogo. Con loro sembra davvero impossibile parlare».
Marcello è esasperato. Ed è pronto ad accettare anche soluzioni provocatorie. «Il Comune potrebbe anche attrezzare un'altra area per il “mercatino del falso”. Perché qui nel Largo la situazione è diventata intollerabile. Sono gli stessi turisti a lamentarsi. E pensare che questa dovrebbe essere la vetrina della città».
Da un negozio all'altro, le lamentele non cambiamo. E qualcuno, ovviamente protetto dall'anonimato, lancia accuse pesanti. «Che cosa si nasconde dietro questi illeciti? Intendo dire che non sono gli ambulanti a rappresentare il problema. Qui c'è una questione di ordine pubblico: chi fornisce il materiale ai venditori? La sensazione è che dietro ci sia una sorta di racket».
Gli ambulanti rappresentano un problema. Ma forse sono la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un altro commerciante propone un dossier fotografico. Le immagini non parlano solo degli extracomunitari o dei clochard che hanno eletto il Largo come proprio domicilio. «Tutta la zona sembra abbandonata a se stessa. Da anni ci sono quelle impalcature nel palazzo tra il Largo e il Corso, i marciapiedi sono dissestati, davanti alla statua di Carlo Felice c'è quella colonna infame che fa bella mostra di sé. E tante altre cose che dimostrato il totale abbandono di questa zona». ( mar.co. )
22/11/2009