Protagonisti L'omaggio al grande trombettista
Chi ama il jazz lo ricorda ancora per quel camice bianco da dottore, per il suono feroce della sua tromba guidata dagli umori più disparati, per aver incarnato l'animo canzonatorio e istrionico dei gloriosi e trasgressivi Art Ensemble of Chicago, formazione dal travolgente appeal scenico oltre che musicale. Lester Bowie era questo e altro ancora. Un amico della Sardegna, ad esempio, e in particolare di due importanti jazzfest come quello di Cagliari e Sant'Anna Arresi, che tante volte lo avevano ospitato nei loro programmi. Il trombettista americano se ne è andato dieci anni fa, ma la sua musica rimane viva nella memoria dei fan e degli organizzatori di Jazz in Sardegna, che al battagliero e ironico amico di un tempo, rendono omaggio l'altro ieri con un concerto all'interno dell'Expo.
Sul palco di una super gremita sala Blu che fatica a contenere tutti, ci sono alcuni amici che con il musicista di Frederick hanno condiviso avventure e stagioni musicali: Isio Saba, promoter di vaglia, manager di Bowie e dell'Art Ensemble, Don Moye, Enrico Rava, Antonello Salis, Gerald Brazel, prima tromba della Brass Fantasy che il dottore-stregone fondò nel 1982, la Sousaphonix, Joe Bowie, scintillante trombonista che in scena indossa un camice bianco in ricordo del fratello.
Un set ricco di stimoli, umori e colori, che trascina con sé funk, blues, tango, valzer malinconici, gioia, sentimento, rhythm'n'blues, atmosfere neworleansiane, reggae, ritmiche spumeggianti e assoli infuocati. Con generoso contorno di applausi.
Che non mancano neanche nel successivo concerto, proposto da Fabrizio Bosso, tromba, Francesco Bearzatti, sax tenore, Eivind Aarset, chitarra, Aldo Vigorito, contrabbasso, Maurizio Martusciello, elettronica, impegnati a rileggere In a silent way , album che nel '69 segnò l'inizio del cammino elettrico di Miles Davis. Un'accattivante miscela di stili diversi da cui sprigionare una musica ricca di pulsazioni techno-dance, fremiti drum'n'bass, loop, suoni filtrati e dilatati, fremiti jazz, sviluppata attraverso brani dove la struttura non è mai una gabbia ma piuttosto fonte di libertà ulteriori. Ma nel villaggio musicale targato Expo, c'è posto un po' per tutto, compreso il tango, che a fine serata irrompe negli spazi del Village dapprima con l'Italian Tango Quartet degli ottimi Pino Jodice, pianoforte, e Giuliana Soscia, fisarmonica, e successivamente con gli straordinari tanghèri Federico Farfaro e Lisel Bourke.
CARLO ARGIOLAS
23/11/2009