San Michele. Il Comune vuole disdire il contratto con la società che ristruttura alcune case popolari
L'impalcatura d'acciaio, imponente, circonda l'itero palazzo, imprigionandolo. Ma i ponteggi montati sulla facciata delle case popolari di via La Somme vengono utilizzati dagli inquilini come stenditoi per i panni e non dagli operai. «Di operai se ne vedono pochi», svela Rita Picci, una residente, «ma queste impalcature, piazzate in estate, ora servono più che altro ai ratti e ai ladri che vogliono entrare a rubare nelle case». Nella strada accanto, via Ardenne, alcuni degli edifici sono già stati restaurati, così come in altre vie del popoloso rione di case comunali tra via Abruzzi, piazza San Michele, via Bosco Cappuccio e via Podgora. Sta di fatto che tra le oltre 660 famiglie (1500 abitanti) suddivise in 33 palazzi ciascuno da 20 appartamenti, il malcontento verso questo cantiere che non sembra aver fine è ormai evidente.
LAVORI FERMI L'appalto bandito nel 2005 dal Comune (base d'asta un milione e 574 mila euro) puntava alla «manutenzione straordinaria degli immobili del complesso di edilizia residenziale economica di via Podgora». A vincerlo, firmando un contratto da un milione e 301 mila euro (più altri 31 mila euro di oneri per la sicurezza), è stata la società napoletana G. Di Vieto che ha iniziato i lavori il 30 settembre 2005, indicando per la chiusura del cantiere il 25 agosto 2006 (come testimonia il cartello lasciato all'interno di un deposito attrezzi in via Ardenne). «Alcuni giorni fa», dice Angelo Meloni, «abbiamo visto alcuni operai che lavoravano ai cornicioni, ma da mesi ormai sembra pressoché tutto fermo». A dare fastidio è soprattutto l'impalcatura di tubi innocenti che rende buie le case e, durante la notte, diventa un accesso fin troppo facile per ladri e topi. «Ce ne sono grandi così», dice Simona Meloni, inquilina del terzo piano che azzarda con le mani una dimensione più simile a quella di un gatto, «li ho visti io con i miei occhi: corrono lungo l'impalcatura ed entrano quando si lascia la finestra socchiusa». C'è poi il problema della polvere e dei calcinacci. «Spesso puliamo noi», dicono i coniugi Piepaolo Spada e Sandra Cappai.
IL COMUNE Esattamente un anno fa, l'assessore dei Lavori pubblici Raffaele Lorrai ammetteva che c'erano stati «grossi problemi con l'impresa», annunciando che il Comune, finiti i lavori in corso, avrebbe revocato l'appalto e fatto un nuovo bando. «Stiamo aspettando che la società ci comunichi l'elenco di ciò che è stato realizzato», spiega dall'ufficio tecnico il funzionario Paolo Pintor, responsabile del procedimento, «le lettere sono già state spedite e anche i solleciti. Subito dopo, la pratica verrà chiusa».
FRANCESCO PINNA
23/11/2009