Ieri il termometro ha fatto segnare 25 gradi: ingorghi nelle strade per il mare e spiaggia affollata
Con il sole tornano i clienti nei baretti e il fatturato riprende quota
A un mese da Natale torna il caldo e per i gestori dei baretti è primavera: clienti che popolano i chioschi e fatturato che riprende quota.
Nelle auto ferme in coda all'imbuto di Marina Piccola il termometro segna 25 gradi: il calendario dice che manca un mese a Natale ma il sole che batte sul Poetto trasforma il penultimo weekend di novembre in un tempo supplementare d'estate. Traffico con mini-ingorgo sul viale delle caserme, spiaggia piena e centinaia di teste che si affacciano sulle terrazze in legno dei baretti. La prova del nove sono due ragazzi con i piedi in acqua, nella battigia della prima fermata, dove il bel tempo è rispuntato anche sui fatturati: «Il lavoro è tornato ai livelli primaverili», spiega Alessandro Cogoni sotto la tettoia del chiosco “Sella del Diavolo”. «Dopo la notizia delle demolizioni, abbiamo temuto che gli affari crollassero. Nell'ultima settimana invece c'è stato il pienone: molta gente è venuta anche per interessarsi direttamente e informarsi sull'argomento. Una sorta di solidarietà verso i nostri chioschetti. Per fortuna il tempo ci ha aiutato: solitamente novembre e dicembre sono i mesi peggiori, la clientela torna a gennaio. Invece grazie al caldo prolungato siamo riusciti ad anticipare il ritorno in spiaggia».
LE ORDINANZE L'ora di pranzo sembra una parentesi di primavera avanzata: il Lungomare è terra degli sportivi in tuta e scarpe da corsa, sul boulevard di Marina Piccola non si contano le famiglie con carrozzina al seguito e per prendere un caffè nei baretti bisogna sgomitare.
Luciano Spiga, proprietario dell'Oasi, parla di numeri estivi o giù di lì: «Stiamo lavorando benissimo, soprattutto nell'ultima settimana. Ogni giorno, fino alle 19, non mancano i clienti. Invece, subito dopo l'arrivo delle ordinanze del Comune, si era creato il deserto. Ho ricevuto tante telefonate, c'era chi credeva che i locali fossero già chiusi».
Invece i camerieri portano vassoi su cui barcollano tazzine di caffè e bicchieri di Coca Cola. Barbara Sedda, studentessa di ingegneria, dà un sorso prima di chiedere: «Perché l'amministrazione si accorge solo ora degli abusi? Ormai i cagliaritani si sono abituati alla pausa pranzo al Poetto, all'aperitivo in riva al mare, è ovvio che non siano d'accordo sulla demolizione. Però questo episodio è servito anche per farci aprire gli occhi: chi ha costruito abusivamente deve rimediare».
Gianfranco Ninniri, 43 anni, è smaccatamente pro-baretti: «Assicurano un servizio: prima ci lamentiamo perché non si sfrutta abbastanza il turismo, poi appena c'è un'attività che va bene si fa di tutto per fermarla».
MICHELE RUFFI
23/11/2009