Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Vogliamo andare avanti con atti a prova di bomba»

Fonte: L'Unione Sarda
28 aprile 2008

Non vuole passare per l'affossatore del Betile (e, di conseguenza, della riqualificazione di Sant'Elia e della realizzazione del campus universitario). Così, in una ventosa e assolata mattinata di fine aprile, Emilio Floris convoca, nel loggiato dell'Ex Lazzaretto, una conferenza stampa. Giusto per dire che «non sono ideologicamente contrario al Betile». Ma quell'accordo di programma non poteva proprio andare avanti. «La mancata ratifica è dovuta solo al fatto che quell'atto politico che era l'accordo non aveva i requisiti per diventare un atto valido dal punto di vista amministrativo e burocratico».Quasi in contemporanea, nel vicino anfiteatro, il centrosinistra sta raccontando la sua verità. Il vento che soffia verso il mare sembra quasi portare l'insoddisfazione, la rabbia dell'opposizione dei soriani . E sembra portare anche la proposta del governatore che invita il Comune - e solo il Comune - a riscrivere l'accordo di programma. «Non serve. Lo riscriveremo insieme. Per queste cose, non conta la primogenitura. Non vogliamo essere i protagonisti assoluti, ci interessa essere cooprotagonisti insieme alla Regione».L'importante, sostiene il sindaco, è che il nuovo accordo «sia a prova di bomba. Che non risenta di cambiamenti di colore politico delle amministrazioni». Per intendersi, Floris non vuole che si ripeta quanto è accaduto sull'accordo di programma del 2001 per Tuvixeddu: sottoscritto dall'amministrazione Delogu e dall'allora presidente della Giunta regionale Pili. «Perché noi vogliamo a tutti i costi raggiungere gli obiettivi che, insieme a Soru, avevamo stabilito nel protocollo d'intesa del 2006: la riqualificazione urbana di Sant'Elia, l'inserimento del porticciolo e la creazione del Betile». Obiettivi che vanno raggiunti attraverso la chiarezza. «Nel accordo ci deve essere quello che si deve fare, i tempi in cui verranno realizzati i progetti e le risorse necessarie per portarli a termine».Ondeggia tra il diplomatico e il polemico il sindaco. Giura di essere pronto al dialogo. Ma non lesina stoccate nei confronti della Regione. «Parlano di 1.200 posti di lavoro che non verranno realizzati? Io so che Soru ha fatto perdere 7.000 posti di lavoro in tutta l'Isola nell'edilizia». E anche l'archistar Rem Koolhas finisce nel mirino. «Parla di sviluppo verso il fronte del mare. E noi su che cosa stiamo lavorando da anni?». Dubbi anche sul Betile. «A Bilbao l'amministrazione è in crisi per i problemi finanziari creati dal museo internazionale. E poi mi devono dire che cosa mettere dentro in 15.000 mq di superficie». Però il Betile non è da buttare via in assoluto. A patto che non arrivi dall'alto. «Se si dovesse fare solo il museo senza la riqualificazione del quartiere, vi garantisco che non verrebbe messa neanche la prima pietra». Floris il mediatore si trasforma, per un attimo, in Floris il “guerriero”. Solo per un attimo. Perché il sindaco ha anche una serie di proposte per fare andare avanti le idee del protocollo di intesa. «Si può usare lo strumento della deroga al Ppr». Perché lui, in fondo, il Betile lo vuole. «Non sono contrario ideologicamente», ribadisce. Anche se Floris il mediatore non vuole essere solo nella scelta. «Sul Betile ci sono, all'interno della maggioranza», ammette, «visioni diverse. Ma esiste anche uno strumento di partecipazione democratica, il referendum». Chissà che non saranno proprio i cittadini a decidere sul museo di Sant'Elia.MARCELLO COCCO 27/04/2008