Da stasera a sabato al Lazzaretto Al via la rassegna “Imperfetto Futuro”, confronto tra le diverse arti performative ideata dalla Nazzari: «Un dialogo tra emergenti e maestri». di Anna Brotzu
Segni che irrompono sul candore di una tela; nell'aria parole e note e geometrie effimere di corpi danzanti. Da stasera a sabato il Lazzaretto di Sant'Elia a Cagliari ospiterà le intriganti, libere traiettorie dell'“ Imperfetto Futuro” firmato Man Ray. Preziose alchimie e inedite dissonanze per «un happening di arte in progress», come lo definisce l'ideatrice, la pittrice Wanda Nazzari, «che nasce dall'incontro di diverse forme espressive, per offrire ai giovani talenti uno spazio in cui esercitare la propria creatività e dialogare e confrontarsi con già affermati maestri e personalità di spicco della scena culturale isolana e non solo». Un progetto ambizioso e in certo modo «a rischio» perché fondato su sensibilità e intuizione, e la voglia di investire sugli artisti del futuro, sperimentando «sinergie e mescolanze fra linguaggi, dal teatro alla danza, la musica e la poesia, alle arti visive».
NELLA SALA trasformata in atelier, attori come Isella Orchis e Stefano Raccis daranno voce ai versi della Szymborska e del cagliaritano Giuseppe Pettinau, mentre Elena Pau si concederà “Libertà di canto” tra Jannacci, Gaber e Fo, e un frutto proibito campeggerà emblematico in “About Desire” della coreografa e danzatrice Carla Onni. Fulcro della kermesse le arti visive nella polimorfa accezione contemporanea, con vasti spazi bianchi da riempire a disposizione di Barbara Ardau e Alessandro Biggio e degli “emergenti” Ilaria Gorgoni (iaco), che “gioca” anche con moda e accessori, Andrea Milia, Gabriele Pais e Antonello Sanna, che creeranno le loro opere sotto gli occhi del pubblico, interagendo con le performance. La tentazione “metafisica” affiora nell'omaggio a De Chirico del “Canto d'amore: eutanasia per poveretti” di Antonello Dessì, e c'è posto pure per la paradossale perfezione delle armi in un icastico “Effetto Tavor”. Invisibile fil rouge, il rigore etico ed estetico che si apre ad infinite declinazioni nel segno della soggettività: nessun limite tematico e stilistico, semmai casuali ricorrenze, e ampie possibilità d'invenzione per i protagonisti che tra pittura e composizioni materiche, partiture gestuali e ambienti sonori offriranno agli spettatori insolite e piacevoli sinestesie. ¦