Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il rimedio contro la crisi? L'edilizia»

Fonte: L'Unione Sarda
18 novembre 2009

Ieri assemblea di Cgil, Cisl e Uil. Emilio Floris critica Ruggeri (Quartu): è contro di noi 

I sindacati: Cagliari città vecchia. Il sindaco: «Catastrofici»

Cagliari soffre, denunciano i sindacati. Visione catastrofica, replica il sindaco Floris.
Se la relazione firmata dal gotha dei sindacati cagliaritani fosse un dipinto, sarebbe uno di quei quadri un po' cupi, alla Goya: disoccupazione più alta rispetto al resto d'Italia, record assoluto di ammortizzatori sociali, società indiscutibilmente vecchia (due over 65 per ogni ragazzo con meno di 14 anni) e una condizione di povertà che riguarda un cittadino su cinque. Dati ricordati puntualmente dal segretario Cisl di Cagliari Fabrizio Carta (e scritti su un documento che riporta anche i simboli di Cgil e Uil), che descrivono una città in affanno e che non a caso vengono definiti abbastanza «catastrofici» dal sindaco Emilio Floris.
IL QUADRO L'assemblea generale delle organizzazioni sindacali del Cagliaritano (ospitata ieri nella sala congressi, piena come un uovo, dell'hotel Mediterraneo) è servita però anche per dare una pennellata di colore e ottimismo: «Ci sono le potenzialità per un riscatto della nostra provincia», ha detto Carta citando aeroporto, Teatro lirico, voli low cost e navi da crociera. Ma il discorso non ha risparmiato critiche, prima di tutto per l'industria: «Il settore cagliaritano è l'ultimo, in percentuale rispetto all'occupazione, tra le Province sarde, nonostante la presenza di un colosso industriale come la Saras. Solo il 16 per cento degli occupati viene da questo comparto». In compenso, un primato c'è ma è negativo, e riguarda il ricorso alle stampelle di Stato per chi è rimasto senza lavoro: «Nel terzo accordo stipulato per gli ammortizzatori sociali in deroga, il 47% dei lavoratori messi in mobilità e il 35% di quelli in cassa integrazione appartiene alla provincia cagliaritana. E nel quarto, su 800 lavoratori oltre 450 vivono in città».
LE PROPOSTE Per ripartire, bisognerebbe dar benzina al settore dell'edilizia, che «come abbiamo visto è fondamentale per la nostra zona perché ha un'incidenza percentuale sull'industria di oltre il 50%, contro il 30-35% di altre province, magari più evolute. La perdita dei posti di lavoro, dovuta ai rallentamenti nella costruzione di diverse opere, è evidente». Non solo: secondo il segretario della Cisl, servirebbe un apporto maggiore da parte di Università e Porto, inteso soprattutto come quello industriale di Macchiareddu.
IL COMUNE Su un punto è d'accordo Emilio Floris, che dall'Ateneo cagliaritano si è «sentito tradito», perché è mancata «un'offerta competitiva. C'erano più studenti stranieri a Cagliari quando frequentavo io l'università. Un esempio? La facoltà di Architettura, appena insediata, non sappiamo ancora cosa sia». Il primo cittadino è critico con chi parla di “cagliaricentrismo” in Regione («non mi sorprendono queste lotte: Quartu è contro Cagliari») e respinge le velate accuse di immobilismo, specialmente sul centro storico: «Quando uno progetta una città diversa, moderna, molto spesso si scontra con chi vive in maniera più lenta».
IL PORTO L'intervento di Paolo Fadda (allo stesso microfono hanno parlato anche Nicola Marongiu della Cgil, Francesca Ticca della Uil e l'assessore Piero Comandini in rappresentanza della Provincia), è servito per stabilire i prossimi obiettivi dell'Autorità portuale, almeno sul versante crocieristico: «Contiamo di arrivare a 160 mila passeggeri nel 2010, quest'anno raggiungeremo quota 110 mila». Per il porto Canale la speranza si chiama Zona franca: «Nei primi sei mesi del prossimo anno pubblicheremo i bandi per insediare nuove aziende nell'area di Macchiareddu». Una soluzione in ballo dagli anni Novanta, rimasta sospesa.
MICHELE RUFFI

18/11/2009