MARTEDÌ, 17 NOVEMBRE 2009
Pagina 1 - Cagliari
Il consiglio comunale stringe i tempi per tentare di salvare i chioschi del Poetto
Il piano sul litorale in assemblea. Forum su Facebook
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Con la possibile rimozione dei baretti, a molti sembra di esser tornati a quel 1986 che vide la rimozione dei casotti del Poetto. Per altri, invece, il rimando è sempre a quell’anno, ma per l’abbattimento delle villette costruite abusivamente a Marina Piccola.
I chioschi del Poetto hanno ricevuto un’ordinanza di demolizione da parte del Comune per l’assenza della licenza edilizia e la città è in ebollizione. Su Facebook, ad esempio, sono sorti diversi forum in cui infuria il dibattito, per lo più in difesa dei punti ristoro. Domani l’argomento approderà in consiglio comunale sotto forma di Pul (Piano di utilizzo del lungomare), che dovrebbe finalmente dare una cornice normativa ai baretti. Dal 1989, quasi tutti i chioschi vivono, in pratica, in una situazione di proroga. In più, la mancanza di controlli e l’esser diventata la spiaggia terra di nessuno ha fatto sì che (secondo i dati della magistratura) molti abbiano ampliato l’area iniziale di concessione. Tutti, però, hanno l’autorizzazione demaniale e la concessione di esercizio pubblico (i più vecchi). E da tempo chiedono che sia realizzato il quadro normativo (Pul), indispensabile per la concessione edilizia.
La storia inizia da lontano da quando il lungomare comincia a trasformarsi nella «città estiva». Risale al 1926 la prima convenzione trentennale Stato-Comune per la gestione della spiaggia. E la costruzione dei primi casotti. Mentre i punti ristoro comparvero all’inizio della seconda convenzione (sempre trentennale), nel 1956. Poi passò oltre mezzo secolo, sino alla scadenza della seconda convenzione. Ma quel 1986 divenne per la spiaggia un anno difficile e controverso: se da un lato caddero sotto le ruspe le diciotto villette di Marina Piccola costruite sul mare senza che nessuno dicesse niente, un obbrobrio giustamente rimosso. Dall’altro iniziò un braccio di ferro tra Capitaneria di Porto e Comune che condusse alla rimozione dei casotti del Poetto, residenze popolari estive di molti cagliaritani. E i baretti demoliti anch’essi vennero poi riautorizzati subito dopo, con tempi strettissimi: da edificare entro 40 giorni. Ed è per questo, ha spiegato Sergio Maxia (presidente del conzorzio Poetto Services, che raggruppa nove chioschi), «che li abbiamo realizzati con un blocco di cemento armato: era il metodo più veloce». Ora dal primo di novembre la competenza sul demanio del Poetto è passata al Comune ed entro il 28 dicembre la Regione deve dimostrare di aver recepito la disposizione della commissione europea secondo cui si deve procedere al bando pubblico per l’affidamento dei servizi del demanio.