L'allarme. Uno studio di Legambiente rivela: nell'Isola 177 Comuni minacciati da alluvioni e 140 da frane
Gli ambientalisti: piani di assetto per la prevenzione. La città più virtuosa resta Cagliari
Troppe “bandiere nere” nella mappa sarda del pericolo frane e alluvioni. Lo sostiene Ecosistema rischio 2009, il monitoraggio effettuato da Legambiente nell'ambito dell'Operazione fiumi sulle attività dei comuni per la riduzione del rischio idrogeologico. L'indagine, basata sulle risposte degli stessi comuni, riguarda i centri (l'11 per cento) considerati a rischio da un report del 2003 del Ministero dell'ambiente e dell'Unione Province d'Italia. Su questo campione, l'82 per cento delle amministrazioni che hanno risposto al questionario ammette di avere abitazioni in aree golenali, alvei fluviali e aree a rischio frana. Il 59 per cento di comuni presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio, mentre il 47 per cento ha edificato in queste aree strutture industriali. Nel 18 per cento dei casi esaminati sono presenti in zone di pericolo anche scuole e ospedali. L'amministrazione più virtuosa, secondo Legambiente, è quella di Cagliari con il voto di 6,5. Tra gli altri centri interpellati Budoni prende 5,5 e Siliqua e San Vito 1,5. «Non è una fotografia dei disastri né vogliamo dare voti e fare pagelle. È uno studio per favorire la prevenzione», sostiene Paola Tartabini, portavoce di Operazione Fiumi. Franco Saba, della segreteria di Legambiente, precisa che «a livello regionale ci sono 177 comuni comuni a rischio idraulico e 140 a rischio frana». Il presidente Vincenzo Tiana lancia l'allarme: «In Sardegna Villagrande e Capoterra ci dicono che dobbiamo pensare alla prevenzione. Chiediamo alla Regione che tutti i comuni che stanno adeguando i piani urbanistici ai piani paesaggistici diano priorità al piano di assetto idrogeologico». ¦ T.M.